Porto, o Oporto, una delle città più antiche del Portogallo, iniziò come un piccolo villaggio celtico alla foce del fiume Douro. I Romani la trasformarono in un porto commerciale di rilievo, da cui deriva il nome del Portogallo. Conosciuta anche come “la città invitta”, perché non è mai stata sconfitta militarmente.
Attraversiamo Vila Nova de Gaia, una cittadina situata sulla riva meridionale del fiume Douro, proprio di fronte al centro storico di Porto, verso cui siamo diretti. Arriviamo al Ponte Dom Luis I, il simbolo iconico della città. Progettato da un allievo di Eiffel, richiama il suo stile. Ha due livelli: quello superiore per pedoni e metropolitana, quello inferiore per le macchine. Intorno a noi, una folla inaspettata per questa stagione. Sul ponte, osserviamo il panorama. Da un lato Porto, con il quartiere Ribeira, dall’altro le famose cantine del vino più rinomato del Portogallo.
Attraversare quel ponte è complicato. Gente ovunque, che si ferma all’improvviso per scattare foto o guardare il panorama. Lo spazio pedonale è stretto e la metropolitana passa ogni cinque minuti. Ci vogliono dieci minuti a schivare zaini, persone e Axel che cerca di non farsi colpire. Dall’altra parte, ci troviamo davanti alla Cattedrale di Porto, la Sè. Maestosa, un tempo gratuita, ora a pagamento. Situata sulla parte più alta della città, offre dal suo balcone una splendida vista sulla città e sul fiume.
Da qui partono tutte le strade del centro. La città è giovane e piena di vita. Nell’aria suona sempre musica. Ad ogni angolo ci sono artisti di strada. Ci dirigiamo verso il Quartiere Ribeira, Patrimonio Unesco per la sua importanza storica e architettonica.
La Cais da Ribeira oggi è un miscuglio di tradizione e modernità. Le strade sono vive, piene di turisti con le loro macchine fotografiche, locali e artisti di strada che riempiono l’aria di musica e colori. I ristoranti e i bar lungo il fiume sono pieni di vita, con il tintinnio dei bicchieri e le risate che si mescolano al suono delle onde che lambiscono le rive. C’è un senso di comunità e di festa, un’energia che ti prende e non ti lascia andare. Nonostante il progresso e il turismo, non perde il suo fascino. Le vecchie case, con le loro facciate colorate e i balconi fioriti, raccontano storie di un passato che non vuole morire.
Le serate le trascorriamo sempre lì, passeggiando o seduti in riva al fiume. Ma la città offre molto di più. Abbiamo visitato il Palacio da Bolsa, costruito per mostrare la prosperità commerciale della città, e la Torre dos Clérigos, una torre panoramica della Chiesa dei Clérigos. La Livraria Lello, con la famosa scala a chiocciola rossa che ha ispirato J.K. Rowling per Harry Potter.
Attraversiamo Vila Nova de Gaia, una cittadina situata sulla riva meridionale del fiume Douro, proprio di fronte al centro storico di Porto, verso cui siamo diretti. Arriviamo al Ponte Dom Luis I, il simbolo iconico della città. Progettato da un allievo di Eiffel, richiama il suo stile. Ha due livelli: quello superiore per pedoni e metropolitana, quello inferiore per le macchine. Intorno a noi, una folla inaspettata per questa stagione. Sul ponte, osserviamo il panorama. Da un lato Porto, con il quartiere Ribeira, dall’altro le famose cantine del vino più rinomato del Portogallo.
Attraversare quel ponte è complicato. Gente ovunque, che si ferma all’improvviso per scattare foto o guardare il panorama. Lo spazio pedonale è stretto e la metropolitana passa ogni cinque minuti. Ci vogliono dieci minuti a schivare zaini, persone e Axel che cerca di non farsi colpire. Dall’altra parte, ci troviamo davanti alla Cattedrale di Porto, la Sè. Maestosa, un tempo gratuita, ora a pagamento. Situata sulla parte più alta della città, offre dal suo balcone una splendida vista sulla città e sul fiume.
Da qui partono tutte le strade del centro. La città è giovane e piena di vita. Nell’aria suona sempre musica. Ad ogni angolo ci sono artisti di strada. Ci dirigiamo verso il Quartiere Ribeira, Patrimonio Unesco per la sua importanza storica e architettonica.
La Cais da Ribeira oggi è un miscuglio di tradizione e modernità. Le strade sono vive, piene di turisti con le loro macchine fotografiche, locali e artisti di strada che riempiono l’aria di musica e colori. I ristoranti e i bar lungo il fiume sono pieni di vita, con il tintinnio dei bicchieri e le risate che si mescolano al suono delle onde che lambiscono le rive. C’è un senso di comunità e di festa, un’energia che ti prende e non ti lascia andare. Nonostante il progresso e il turismo, non perde il suo fascino. Le vecchie case, con le loro facciate colorate e i balconi fioriti, raccontano storie di un passato che non vuole morire.
Le serate le trascorriamo sempre lì, passeggiando o seduti in riva al fiume. Ma la città offre molto di più. Abbiamo visitato il Palacio da Bolsa, costruito per mostrare la prosperità commerciale della città, e la Torre dos Clérigos, una torre panoramica della Chiesa dei Clérigos. La Livraria Lello, con la famosa scala a chiocciola rossa che ha ispirato J.K. Rowling per Harry Potter.
Per le strade della città, ci scattano qualche foto con la "old press", una macchina fotografica che cattura la tua immagine e la stampa su un foglio di carta con la storia, in questo caso, della città di Porto. Credo sia un'iniziativa promossa dal comune. Invece noi scattiamo una foto con la Polaroid a una giovane coppia di ragazzi italiani in vacanza, scambiando qualche parola. Il protagonista indiscusso di questi giorni è sempre e comunque Axel, che con quel suo muso carino, trova sempre il modo di attirare l'attenzione di tutti i passanti. Pensiamo di mettergli un cartello con una tariffa per ogni carezza.
Di giorno, passeggiamo per le vie del centro e attraverso il Giardino di Cordoaria, nel cuore di Porto, siamo immersi nei viali alberati, statue, fontane e musica che riempie l’aria. È una festa continua, dal mattino alla notte.
Porto ci ha stregato. Ogni sera, dopo il giro in centro, ci trovavamo al Jardim do Morro, a Vila Nova, di fronte al Ponte Dom Luis. Il posto si riempiva di artisti di strada e venditori ambulanti che spacciano patatine, vino, birra, cibo fritto e dolci da borse frigorifero. Era un circo, un’orgia di suoni e odori. Ma c'è anche una dura realtà: nessuna area di sosta per camper, nessun servizio per noi poveri disgraziati. Dopo quattro giorni, siamo stati costretti a fare i bagagli e andarcene. Porto, sei un miraggio ingannevole.
Di giorno, passeggiamo per le vie del centro e attraverso il Giardino di Cordoaria, nel cuore di Porto, siamo immersi nei viali alberati, statue, fontane e musica che riempie l’aria. È una festa continua, dal mattino alla notte.
Porto ci ha stregato. Ogni sera, dopo il giro in centro, ci trovavamo al Jardim do Morro, a Vila Nova, di fronte al Ponte Dom Luis. Il posto si riempiva di artisti di strada e venditori ambulanti che spacciano patatine, vino, birra, cibo fritto e dolci da borse frigorifero. Era un circo, un’orgia di suoni e odori. Ma c'è anche una dura realtà: nessuna area di sosta per camper, nessun servizio per noi poveri disgraziati. Dopo quattro giorni, siamo stati costretti a fare i bagagli e andarcene. Porto, sei un miraggio ingannevole.
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