10 aprile 2024
Oggi salutiamo, è l’ultimo giorno in questa incantevole città che ci ha lasciato sorpresi e ben trattati, regalandoci ricordi indimenticabili.
Tornando al nostro rifugio ambulante, dopo una giornata passata a ripercorrere tutte le vie del centro, approfittiamo dell’orario in cui il mondo è incollato alla TV, le parabole puntate al cielo, per scaricare e riempire i serbatoi con la calma di chi ha tutto il tempo del mondo.
Prima di concludere questo capitolo, voglio cercare di descrivere quello che abbiamo vissuto in questi giorni:
In questo deserto di polvere giallastra, poco fuori della città, si trova il nostro parcheggio; offre servizi gratuiti e spazio a perdita d’occhio, ma è un formicaio, un perpetuo andirivieni. Al calar del sole, trovare un angolo libero diventa un'impresa.
I camper qui sfidano le leggi della fisica, grandi quanto un autobus, con prezzi che superano i 300 mila. Guardi questi mastodonti e ti chiedi: “dove diavolo pensano di andare con quelle astronavi terrestri?”.
In uno di questi, una signora ottantenne si crogiolava al sole seduta su una sedia, con la parte posteriore del camper spalancata, rivelando, oh sorpresa, un’automobile. Non uno scooter, ma un’automobile, perché, ovviamente, quando si viaggia in camper, basta portarsi "l'essenziale".
Non mancano i fanatici del traino, che si portano dietro anche loro l'auto, non potendosi permettere il garage integrato nel veicolo, poi ci sono le roulotte, i container, e i pollici verdi, che non appena si fermano, allestiscono l'esterno esibendo i lori vasi come in un giardino botanico.
Gli altri camper? Freschi di concessionario. In confronto , il nostro è solo una baracca ambulante.
foto presa dall'internet |
Ma la vera follia si svela ogni mattina: alle 8 in punto, non un minuto di più, non uno di meno, inizia il rito. Li vedi là, in attesa, occhi spalancati, bava alla bocca, tremanti, mentre fissano le lancette dell’orologio. E quando scatta l’ora sacra, si muovono in sincrono, come se fossero mossi da un unico, invisibile direttore d’orchestra, con le loro cassette del wc.
E quelli che si svegliano alle 8:05? Poveri illusi, si ritrovano in coda, aspettando il loro turno per unirsi al coro. Se avevi in piano di partire leggero, con i serbatoi vuoti, puoi anche scordartelo fino a mezzogiorno. È una costante, un ciclo osservato e registrato.
Ma non pensare che, una volta svuotati, questi individui si dileguino o si concedano una passeggiata. No, rimangono là, incollati alle loro sedie, semi-nudi, a difendere il loro territorio, a sorvegliare.
Noi, avendo ormai decifrato questo mondo, operiamo nell’ombra della notte, per evitare la pressione, gli sguardi indiscreti, il fiato sul collo di chi ti fissa e sbuffa perché stai impiegando troppo tempo.
Quasi dimenticavo, l'arrivo in questi parcheggi. Ti vedono, ti puntano e tu sai già che sei spacciato. Si avvicinano con un braccio alzato, quasi a salutare un vecchio amico, ma non c’è amicizia qui.
Iniziano a gesticolare, facendo roteare le mani come mulini a vento impazziti. Ti “guidano” a parcheggiare, in un terreno vasto, dove non hai bisogno di aiuto. E non importa se hai già qualcuno con te a aiutarti nelle manovre, loro non vedono e non sentono, immersi nel loro mondo di gesti senza senso e comandi incomprensibili, continuando a far roteare il loro polso. Ahh i camperisti!
Per fortuna, noi ancora siamo “quelli con il camper”.
Si riparte, verso nuove destinazioni, dove ci aspettano "vecchi" amici in camper.
E così, la carovana si muove, in un viaggio senza fine, alla ricerca di un posto da chiamare "casa", anche solo per una notte.
Continua il viaggio: ci vediamo domani alle 17:00 per una nuova puntata dal titolo:
"GIROVAGANDO LUNGO LA COSTA BRAVA"
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