Passa ai contenuti principali

16/04/2024 PANCHINE DARWINIANE: UN VIAGGIO SENSORIALE A BARCELONA


Sveglia all’alba, si va a Barcellona, Beppe! Abbiamo trascinato Axel, con la sua museruola da Hannibal Lecter, fino alla stazione di Montmelò. I gorilla della sicurezza hanno dato il via libera, “basta che non morda”. Prima prova di sopravvivenza urbana per il quadrupede: le scale mobili, un moderno strumento di tortura. Trenta minuti di treno per Barcelona Clot. Il mio filosofo peloso, contemplava il vuoto insolito del treno. Solo qualche protesta, ma chi può biasimarlo? Se ci imbavagliassero come pacchi postali, anche io sarei un pò infastidito.

Usciti dalla stazione, lei, la Sagrada Familia, si staglia all’orizzonte come un gigante di pietra, un monumento all’assurdo. Mi sono sentito un relitto, un testimone di un’era passata, mentre osservavo le nuove aggiunte fatte da quando ero un ragazzino. Gaudì, quel genio maniaco, ha preso un progetto che non era suo e l’ha trasformato in un’opera di vita. Dicono che finiranno nel 2026, giusto in tempo per festeggiare un secolo dalla sua dipartita. Le facciate narrano storie di nascita, passione e gloria, mentre le colonne si ergono come alberi verso il cielo, un ponte tra il terreno e il divino. Frutta di stagione e un quadrato magico, un rompicapo matematico che cela l’età di Cristo. Un delirio di simbolismi, che ti cattura, credente o meno.

La Rambla, era stranamente deserta. Tra venditori di fiori, statue che respirano e pazzi che declamano al vento, tutto sembra immutato. È strano pensare che questo fosse un tempo un fiume, la Riera de Sant Josep.

All’ingresso della Boqueria, siamo stati respinti, “no gossos”, un mantra che ormai sappiamo a memoria. E così, ci siamo lasciati inghiottire dalle strade di Barcelona, senza meta né logica, un gioco di smarrimenti voluti, un labirinto urbano che ci ha ricondotti sempre qui, al punto di partenza.

Casa Batllò, o meglio la Casa delle Ossa, si erge con i suoi balconi che ghignano come teschi e le sue colonne torturate a somigliare a ossa. Poi c’è Casa Milà, la Pedrera, un’onda di pietra che sembra essere stata scolpita dal vento stesso. Entrambe sono come allucinazioni architettoniche visioni di un Gaudì sotto l’effetto di qualche sostanza, che ha deciso di plasmare la città come il suo personale trip psichedelico.


Giunti a Barceloneta, spiaggia nata dal nulla per i giochi olimpici, ci siamo accomodati sulla sabbia, davanti a noi partite di beach volley e corpi abbronzati che si pavoneggiano sotto il sole.

Nell'ultima tappa seduti al Parc de la Ciutadella, abbiamo assunto il ruolo di  pseudo-naturalisti, scrutando il microcosmo davanti a noi. Come Darwin su una panchina, abbiamo classificato la fauna metropolitana: i fratelli neri, con le loro risate, si passano le canne ,concludendo ogni tanto qualche affare. Mentre il clan del Pakistan si distingue per il commercio di prodotti alimentari e bevande, un fenomeno di economia informale. I barboni, invece, sono esemplari di Homo Sapiens che hanno adattato strategie di sopravvivenza in un ambiente urbano ostile. Ogni gruppo, con le sue peculiarità comportamentali, contribuisce alla biodiversità sociale del parco, un microhabitat di interazioni complesse e dinamiche.

Tra tutti , la mia attenzione è puntata su di lei, la dama dei piccioni. Con gesti delicati, fruga tra i rifiuti urbani, alla ricerca di briciole da offrire alle oche del parco, creature affamate. Cammina a piedi nudi, in armonia con la terra che la sostiene, emanando un'aura di rispetto e autorità. Un esercito di oche la segue, mentre una piuma maestosa adorna il suo capo, simbolo della sua connessione con il mondo naturale. Oh, come desidero essere lei.


La sera cala, e dopo aver macinato chilometri per ore, decidiamo che è ora di trascinarci verso casa, distrutti nel corpo ma gonfi di quella felicità stupida che ti prende quando sei troppo stanco per pensare. Una minestrina tattica, annegata in un mare di formaggio, e poi tutti a letto, perché domani ci aspettano altri chilometri da consumare sotto i nostri piedi stanchi.

Continua il viaggio: ci vediamo domani alle 17:00 per una nuova puntata dal titolo:
"AXEL, IL MARPIONE DI MONTJUIC"

 






Commenti

Post popolari in questo blog

18\03\2024 CHE IL VIAGGIO ABBIA INIZIO!

 Buscate . Mezzanotte e mezza, notte fonda e strade vuote. Emozioni? Io sto tranquillo – forse troppo; l’attesa mi ha reso nervoso. Per Chiara è diverso: aveva dovuto dire addio alla sua famiglia, una scena che avevo già vissuto prima di lasciare la Sardegna. Autostrada deserta, musica a tutto volume, l’ultima sigaretta, un regalo involontario di un amico rumeno – piccole gioie dell’autogrill. E poi via, a macinare chilometri e pagare pedaggi senza vedere niente di quello che ci circonda. Aix-en-Provence ci accoglie all’alba, in un parcheggio polveroso di un campo sportivo. A due passi da Marsiglia, un posto pieno di ragazzi con i libri sotto il braccio e sogni di legge e letteratura nelle teste. Cezannè ? Sì, il vecchio ha lasciato la sua impronta qui con il suo dipinto (visto solo su uno schermo). La montagna di Sainte Victoire ? Solo un’ombra in lontananza. I commenti li lascio agli altri. “La città delle mille fontane”, un titolo che suona come una promessa non mantenuta. Ci siamo

20\03\2024 COLORADO PROVENZALE,ALLA RICERCA DELL'OCRA

    Questa mattina, durante la solita marcia forzata per i bisogni di Axel, ho incrociato un esemplare locale armato di cane. Non ho capito una parola di quello che diceva, ma ho intuito che voleva sapere il sesso del mio cane. “È boy!” le ho detto, e lei sembrava soddisfatta, come se quella notizia le avesse illuminato la giornata. Non importa quanto lontano vai, incontrare qualcuno con un cane è come entrare in una setta segreta dove questo tipo di domande sono un rituale. Dopo la colazione, ci siamo diretti verso il Colorado Provenzale , un posto dove le rocce sono scolpite dal tempo e dall’uomo, un canyon colorato, con camini di fata che vanno dal giallo al rosso fuoco. Abbiamo seguito un sentiero per un’ora e mezza, salendo e scendendo, per goderci la vista da diversi punti panoramici. Un paesaggio unico, mai visto prima.  Durante l’escursione, ogni tanto si sentiva qualcuno urlare. Ci siamo imbattuti in un gruppo di ragazzi, probabilmente della nostra età, anime

19\03\2024 RUSTREL TRA ASINI E LAVANDA

Partiamo nel tardo pomeriggio ; Rustrel è la nostra meta. Durante il tragitto, una sosta all’U Drive è d’obbligo: quel supermercato ci regala la gioia di scaricare la merda senza rimorsi, dove ogni pieno è un piccolo trionfo e ogni scarico un addio necessario. Le stradine di campagna ci guidano verso un ponte che sembra un errore di calcolo: due metri di altezza contro i 2,90 del nostro Laika, un dettaglio che il navigatore non ha ritenuto importante segnalare per alimentare la nostra sete di avventura. Un signore ci salva dalla nostra ignoranza, con gesti che trascendono la barriera linguistica; chilometri dopo, un altro signore ci rimette sulla retta via dopo un mio errore di percorso. I francesi, si scopre, hanno un cuore grande quanto il loro paese (sarcasmo). Arrivati a destinazione, ci siamo parcheggiati su un terreno di ghiaia, accanto a un altro camper: due gusci di metallo in un mare di indifferenza. Chissà che faccia ha, che cosa pensa, che esistenza vive l’a