Passa ai contenuti principali

18\03\2024 CHE IL VIAGGIO ABBIA INIZIO!

 Buscate. Mezzanotte e mezza, notte fonda e strade vuote. Emozioni? Io sto tranquillo – forse troppo; l’attesa mi ha reso nervoso. Per Chiara è diverso: aveva dovuto dire addio alla sua famiglia, una scena che avevo già vissuto prima di lasciare la Sardegna.

Autostrada deserta, musica a tutto volume, l’ultima sigaretta, un regalo involontario di un amico rumeno – piccole gioie dell’autogrill. E poi via, a macinare chilometri e pagare pedaggi senza vedere niente di quello che ci circonda.

Aix-en-Provence ci accoglie all’alba, in un parcheggio polveroso di un campo sportivo. A due passi da Marsiglia, un posto pieno di ragazzi con i libri sotto il braccio e sogni di legge e letteratura nelle teste. Cezannè? Sì, il vecchio ha lasciato la sua impronta qui con il suo dipinto (visto solo su uno schermo). La montagna di Sainte Victoire? Solo un’ombra in lontananza. I commenti li lascio agli altri.



“La città delle mille fontane”, un titolo che suona come una promessa non mantenuta. Ci siamo persi, non per le strade, ma le altre 990 fontane restanti. Vicoli stretti, ristorantini ad ogni angolo – un paradiso di cibo spazzatura per menti affamate di sapere.



Ci perdiamo nel mercato tra bancarelle che espongono frutta e verdura, prezzi che gridano rapina, cianfrusaglie che nessuno vuole davvero e vestiti gettati sui banchi con la folla che ci si tuffa dentro alla ricerca di una speranza. Primi italiani avvistati: una scolaresca. Evidentemente, Parigi era troppo per le loro tasche, oppure era una scelta di pessimo gusto o una vendetta personale da parte dei docenti.


Ci siamo lasciati sedurre dalla melodia di “Bella Ciao” suonata da artisti di strada con più sogni che monete. La gente si fermava, fissava Axel, il nostro cane, e noi lì, due idioti a sorridere e a annuire. Non capivamo una maledetta parola di francese, ma che importa? Axel era la star, e noi eravamo solo due comparse in questo teatro dell’assurdo.

Parchi cittadini, un’oasi di verde ben curata, e accanto al nostro parcheggio, un arsenale di attrezzi ginnici all’aperto. Tentativi di allenamento ostacolati da un cane tanto adorabile quanto rompicoglioni. E poi, la scoperta: auricolari Marshall, tesoro inaspettato, messi subito in vendita per finanziare un viaggio che sa di libertà e frigoriferi vuoti. Grazie, o sconosciuto benefattore.

La notte arriva, schiacciati dalla stanchezza del viaggio e dalla visita fugace ma intensa alla cittadina. C’è quella sensazione, sai, quella sensazione che non torneremo mai più. La vita è fatta di momenti come questi, brevi incontri con posti che ti lasciano un segno e poi svaniscono nel nulla.

 

 



Commenti

Post popolari in questo blog

20\03\2024 COLORADO PROVENZALE,ALLA RICERCA DELL'OCRA

    Questa mattina, durante la solita marcia forzata per i bisogni di Axel, ho incrociato un esemplare locale armato di cane. Non ho capito una parola di quello che diceva, ma ho intuito che voleva sapere il sesso del mio cane. “È boy!” le ho detto, e lei sembrava soddisfatta, come se quella notizia le avesse illuminato la giornata. Non importa quanto lontano vai, incontrare qualcuno con un cane è come entrare in una setta segreta dove questo tipo di domande sono un rituale. Dopo la colazione, ci siamo diretti verso il Colorado Provenzale , un posto dove le rocce sono scolpite dal tempo e dall’uomo, un canyon colorato, con camini di fata che vanno dal giallo al rosso fuoco. Abbiamo seguito un sentiero per un’ora e mezza, salendo e scendendo, per goderci la vista da diversi punti panoramici. Un paesaggio unico, mai visto prima.  Durante l’escursione, ogni tanto si sentiva qualcuno urlare. Ci siamo imbattuti in un gruppo di ragazzi, probabilmente della nostra età, anime

19\03\2024 RUSTREL TRA ASINI E LAVANDA

Partiamo nel tardo pomeriggio ; Rustrel è la nostra meta. Durante il tragitto, una sosta all’U Drive è d’obbligo: quel supermercato ci regala la gioia di scaricare la merda senza rimorsi, dove ogni pieno è un piccolo trionfo e ogni scarico un addio necessario. Le stradine di campagna ci guidano verso un ponte che sembra un errore di calcolo: due metri di altezza contro i 2,90 del nostro Laika, un dettaglio che il navigatore non ha ritenuto importante segnalare per alimentare la nostra sete di avventura. Un signore ci salva dalla nostra ignoranza, con gesti che trascendono la barriera linguistica; chilometri dopo, un altro signore ci rimette sulla retta via dopo un mio errore di percorso. I francesi, si scopre, hanno un cuore grande quanto il loro paese (sarcasmo). Arrivati a destinazione, ci siamo parcheggiati su un terreno di ghiaia, accanto a un altro camper: due gusci di metallo in un mare di indifferenza. Chissà che faccia ha, che cosa pensa, che esistenza vive l’a