Buscate. Mezzanotte e mezza, notte fonda e strade vuote. Emozioni? Io sto tranquillo – forse troppo; l’attesa mi ha reso nervoso. Per Chiara è diverso: aveva dovuto dire addio alla sua famiglia, una scena che avevo già vissuto prima di lasciare la Sardegna.
Autostrada deserta, musica a tutto volume, l’ultima sigaretta, un regalo involontario di un amico rumeno – piccole gioie dell’autogrill. E poi via, a macinare chilometri e pagare pedaggi senza vedere niente di quello che ci circonda.
Aix-en-Provence ci accoglie all’alba, in un parcheggio polveroso di un campo sportivo. A due passi da Marsiglia, un posto pieno di ragazzi con i libri sotto il braccio e sogni di legge e letteratura nelle teste. Cezannè? Sì, il vecchio ha lasciato la sua impronta qui con il suo dipinto (visto solo su uno schermo). La montagna di Sainte Victoire? Solo un’ombra in lontananza. I commenti li lascio agli altri.
“La città delle mille fontane”, un titolo che suona come una promessa non mantenuta. Ci siamo persi, non per le strade, ma le altre 990 fontane restanti. Vicoli stretti, ristorantini ad ogni angolo – un paradiso di cibo spazzatura per menti affamate di sapere.
Ci perdiamo nel mercato tra bancarelle che espongono frutta e verdura, prezzi che gridano rapina, cianfrusaglie che nessuno vuole davvero e vestiti gettati sui banchi con la folla che ci si tuffa dentro alla ricerca di una speranza. Primi italiani avvistati: una scolaresca. Evidentemente, Parigi era troppo per le loro tasche, oppure era una scelta di pessimo gusto o una vendetta personale da parte dei docenti.
Ci siamo lasciati sedurre dalla melodia di “Bella Ciao” suonata da artisti di strada con più sogni che monete. La gente si fermava, fissava Axel, il nostro cane, e noi lì, due idioti a sorridere e a annuire. Non capivamo una maledetta parola di francese, ma che importa? Axel era la star, e noi eravamo solo due comparse in questo teatro dell’assurdo.
Parchi cittadini, un’oasi di verde ben curata, e accanto al nostro parcheggio, un arsenale di attrezzi ginnici all’aperto. Tentativi di allenamento ostacolati da un cane tanto adorabile quanto rompicoglioni. E poi, la scoperta: auricolari Marshall, tesoro inaspettato, messi subito in vendita per finanziare un viaggio che sa di libertà e frigoriferi vuoti. Grazie, o sconosciuto benefattore.
La notte arriva, schiacciati dalla stanchezza del viaggio e dalla visita fugace ma intensa alla cittadina. C’è quella sensazione, sai, quella sensazione che non torneremo mai più. La vita è fatta di momenti come questi, brevi incontri con posti che ti lasciano un segno e poi svaniscono nel nulla.
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