Passa ai contenuti principali

18\04\2024 SOMMA DI PENSIERI: UN MESE DI VIAGGIO

Ah, Montmelò, quel parcheggio era un sogno, ma ora ci troviamo a Terrassa, nell’area camper di fronte al campo sportivo, che è più un ring di boxe che un luogo di sosta. Pochi spazi, tutti occupati, e la legge di chi prima arriva meglio alloggia. Un genio ha piazzato il suo camper sulla griglia di scarico, un vero artista. Noi, disperati, abbiamo occupato due posti auto. La lavanderia chiama, non c’è scelta.

Ma al ritorno, il caos: genitori in preda a crisi di nervi, pronti a scannarsi per un pezzo d’asfalto dove lasciare il SUV mentre il pargolo calcia il pallone. E questi spagnoli, ah, hanno il sangue caldo; una scintilla e si accendono come fuochi d’artificio.
Per finire in bellezza, una di queste madri ci regala una sportellata da ricordo sulla carrozzeria. E come se non bastasse, si dilegua, lasciando dietro di sé un tappeto di rifiuti, testimonianza della merenda del suo angioletto. Civiltà, eh? Un concetto decisamente sopravvalutato.
Abbiamo atteso che la tempesta di follia si placasse e poi abbiamo preso la fuga. Un inferno per liberarsi da quel labirinto di lamiere, ma ecco, un’anima pia, l’unico santo in un mare di peccatori, ci ha concesso lo spazio per le nostre manovre di evasione. Ci piace pensare che per ogni miserabile che incrociamo, esista un suo opposto, un essere di pura empatia.

Sulla strada, l’Abbazia di Montserrat si staglia davanti a noi, avvolta in un velo di nebbia. Un’aura mistica che ci ha infuso un briciolo di magia, un fugace ricordo di ciò che significa meravigliarsi.

Giunti a Sant Vicenç de Castellet, ci accampiamo in un’oasi di verde, pronti per l’escursione di domani verso l’abbazia. E lì, sotto il cielo stellato, brindiamo. Che altro serve per sentirsi vivi, se non un sorso di vino a buon mercato e il croccante sapore di nachos?


In quel recinto urbano che qualcuno chiama ‘area cani’, giravamo in tondo, aspettando che Axel facesse i suoi sporchi affari. Poi è arrivata lei, con il suo bestione al seguito, e per un attimo c’è stata quella sorta di tregua che si confonde con il gioco...un gioco di sguardi. Il bastardo ha fatto la mossa sbagliata: ha cercato affetto da Chiara. Axel non l’ha presa bene, e la rissa è stata inevitabile. Con la gelosia di un amante scornato, ha imposto la sua legge. Scuse veloci e via di corsa. Ah, Axel, sempre pronto a sabotare ogni tentativo di vita sociale.

La notte è calata come un sipario, portando con sé il coro stonato di giovani ubriachi, che con le loro voci stridule hanno infranto il silenzio. Il sonno ci sfugge, e in questa veglia forzata, ci ritroviamo a riflettere: un mese in viaggio, eh? Un mese di libertà, di cambiamenti così drastici che quasi ti fanno dimenticare chi eri prima. Sembra un’eternità da quando abbiamo lasciato quella vita che non ci apparteneva più, o forse non ci è mai appartenuta. Posti nuovi, culture diverse. Emozioni che ballano il tango: risate, lacrime e crisi di nervi, tutte nello stesso giorno. È come se avessi vissuto più vite in questi giorni che negli anni passati, forse perché prima eri troppo morto dentro per sentire qualcosa.

Tutto ciò che fai, dici che è importante, che ti rende più umano, più unito, più vivo. Speri che questo viaggio non finisca mai, che la curiosità non ti abbandoni, che il coraggio di sfidare i tuoi limiti non ti tradisca. Ma lascia che ti dica, vivere in una scatola di metallo non è il paradiso nomade che ti vendono sui social. Ogni medaglia ha il suo rovescio, e i lati oscuri sono lì, anche se nessuno ne parla.
Noi vogliamo ricordare tutto, ogni dettaglio, ogni errore, ogni passo falso. Perché alla fine, questa è la vita, un gioco che scegliamo di giocare, con tutte le sue regole non scritte. E a volte, è giusto sentirsi sopraffatti, sentirsi piccoli di fronte alla vastità del mondo, anche quando tutto intorno è bello.
La strada per diventare chi vogliamo essere è ancora lunga, ma ora ci sentiamo come bambini davanti a un mondo di possibilità infinite.

 Continua il viaggio: ci vediamo domani alle 17:00 per una nuova puntata dal titolo: "PELLEGRINAGGIO A MONTSERRAT"





Commenti

Post popolari in questo blog

18\03\2024 CHE IL VIAGGIO ABBIA INIZIO!

 Buscate . Mezzanotte e mezza, notte fonda e strade vuote. Emozioni? Io sto tranquillo – forse troppo; l’attesa mi ha reso nervoso. Per Chiara è diverso: aveva dovuto dire addio alla sua famiglia, una scena che avevo già vissuto prima di lasciare la Sardegna. Autostrada deserta, musica a tutto volume, l’ultima sigaretta, un regalo involontario di un amico rumeno – piccole gioie dell’autogrill. E poi via, a macinare chilometri e pagare pedaggi senza vedere niente di quello che ci circonda. Aix-en-Provence ci accoglie all’alba, in un parcheggio polveroso di un campo sportivo. A due passi da Marsiglia, un posto pieno di ragazzi con i libri sotto il braccio e sogni di legge e letteratura nelle teste. Cezannè ? Sì, il vecchio ha lasciato la sua impronta qui con il suo dipinto (visto solo su uno schermo). La montagna di Sainte Victoire ? Solo un’ombra in lontananza. I commenti li lascio agli altri. “La città delle mille fontane”, un titolo che suona come una promessa non mantenuta. Ci s...

25/06/2024 WWOOFERS EXPERIENCE parte 1

NB: i nomi dei proprietari della finca, come il nome stesso della finca, sono stati occultati per privacy.  Questa mattina ci siamo svegliati con l’energia di un pugile prima del match , un misto di eccitazione e ansia. Non sapevamo cosa aspettarci da questa nuova avventura , ma c’era quella tensione positiva che si prova quando ti butti in qualcosa di sconosciuto, un salto nel buio . Abbiamo percorso mezz’ora di strade di montagna, strette e piene di tornanti, ma ben asfaltate. Il paesaggio intorno a noi era arido, quasi desertico, con qualche olivo e finca sparsa qua e là. Ci siamo addentrati nella vera Sierra Nevada, con boschi infiniti di pini e querce. Arrivati, ci accoglie H , un vecchio tedesco con l’aria vissuta ma ancora in forma, con quella scintilla negli occhi che nasconde qualcosa in più. Ci mostra dove piazzare la caravana e, una volta scesi, ci presentiamo. Poi arriva L , molto più giovane di lui, una tipica signora spagnola, tutta sorrisi e gentilezze. Axel fa il s...

29/07/2024-05/08/2024 IL LAVORO NELLA TENUTA

Il lavoro nella tenuta era monotono . Si doveva iniziare alle 8, ma nessuno ci credeva davvero. Soprattutto lei, che non scendeva mai prima delle 9. Se ci andava bene, ci mandava un messaggio sul gruppo per dirci cosa fare e cosa raccogliere per la consegna del mercoledì a Siviglia. Altrimenti, si andava avanti per inerzia , aspettando i suoi ordini. Bisognava annaffiare il giardino intorno alla casa e le varie piante e alberi. Preparavamo le cassette e si scendeva all’orto con la macchina. La raccolta iniziava con i fiori di zucca , perchè erano aperti solo di prima mattina e bisognava raccogliere solo i fiori maschi. Dopo, si passava ai pomodori , grandi e cherry, di varie qualità. La maggior parte erano varietà importate dall’America, mai viste prima. Si tornava, procedendo con la pulizia dei fiori di zucca: con un pennello e una pinzetta, si toglievano gli insetti e la terra; poi si mettevano nei contenitori, già contati e pronti per la vendita e, infine, riposti in frigorifero. ...