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21\03\2024 DALLE ROCCE ROSSE ALLE STRADE DI AVIGNONE

  

Axel, quel canaglia, oggi ha deciso che era troppo per lui. Non un guaito, non un movimento, niente. Solo un mucchio di pelo e ossa disteso sul pavimento, facendo il morto meglio di un attore di serie B. E noi, come un branco di idioti, a fissarlo, cercando di rianimarlo. Ma lui, niente. Un maestro nell’arte dell’indifferenza, un Houdini dell’apatia. Sì, anche tu invecchi, vecchio mio, ma almeno lo fai con stile.

La giornata è iniziata con l’unico lusso concesso da questa vita da nomadi: una doccia calda. Dopo aver preparato il camper, siamo partiti.

Un viaggio tranquillo, se non fosse stato per quel camionista che, incapace di sorpassare, si è attaccato alla nostra scia, suonando il clacson fino a quando non ho ceduto.

Abbiamo puntato la bussola verso Roussillon, conosciuta per i suoi giacimenti di ocra, le sue rocce rosse e le case colorate, che si stagliano contro la natura rigogliosa. E poi c’è “le sentier des ocres” a pagamento, perché, a quanto pare, la vista non è sufficiente; bisogna anche sentire il peso nel portafoglio. Ma noi? Non ci lasciamo spennare. La nostra filosofia? Se è gratis, è per noi. Se costa, lasciamo perdere. La povertà non ha prezzo.

Gordes, invece, è un capitolo a parte, un borgo arroccato su una collina. Piccoli centri abitati antichi, mulini ad acqua e a vento, e centinaia di costruzioni in pietra secca, le borie, che ti fanno sentire come se avessi fatto un salto indietro nel tempo. L’abbiamo raggiunto attraversando campi e strade sterrate, e la vista ha ripagato ogni sforzo.

 
Con l’avvicinarsi della sera, abbiamo cercato un posto dove riposare. Qui non c’è più nulla per noi. Il nostro road trip ci porta ad Avignone, ma prima, una sosta necessaria: acqua per dissetarci e una bottiglia di sidro “normanno”, che sapeva più di sughero che di frutta. L’abbiamo abbinato a degli involtini primavera così gommosi che avrebbero potuto essere usati come colla. Buoni, certo, ma ora giacciono nello stomaco come pietre.


La notte, trascorsa nel parcheggio di un supermercato, ci ha fatto rimpiangere la pace dei campi che abbiamo lasciato. Per consolarci, pane dolce con uvetta, un dolce ricordo della Normandia che ci si attacca addosso, aggiungendo un altro strato di grasso al nostro già cospicuo patrimonio adiposo.

Domani Avignone, la città dei due papi, ci attende. Forse troveremo qualcosa che valga la pena di essere raccontato, o forse sarà solo un’altra pagina di questo diario di viaggio.

  

 Ci vediamo domani alle 17:00 per la prossima puntata dal titolo: “Avignone, sulle orme dei papi”.



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