"Una notte tranquilla, dicevano. Siamo rimasti svegli a causa del chiasso di qualche giovane troppo vivace. Nonostante tutto, il sonno ha avuto la meglio. La mattina, con la sua solita routine, ci ha trascinati lentamente verso le mura storiche della città, che ci hanno accolto con l’immancabile scritta #AVIGNONE. Il Palazzo dei Papi si erge come un colosso di pietra, e noi, piccoli come formiche, ci siamo arrampicati sui suoi giardini per ammirare la vista della città sottostante. Altre attrazioni? Un ponte a metà e qualche edificio storico che ci inciampa davanti mentre vagabondiamo senza meta. Il palazzo, però, quello piace. È imponente, un monumento che si incide nella memoria con la stessa forza con cui la sua storia si è incisa nel tempo. Mi immagino la storia così: C’era una volta, due papi. Uno a Roma e uno in Francia. In una città, un palazzo grande come un sogno, la Chiesa si divide e i due uomini vestiti di bianco, entrambi chiamati papa, si guardarono in cagnesco. Il primo papa disse: ‘Io comando qui!’ e il secondo papa rispose: ‘No, il comando tocca a me!’ E così, invece di giocare a carte o a dama, questi due grandi uomini giocavano a chi-è-il-più-papa. Il mondo si divide, come tifosi allo stadio, finché un concilio non dice ‘basta’ e ne elegge uno nuovo. Fine del gioco, tutti a casa. E Avignone? Beh, Avignone resta lì, con il suo palazzo #AVIGNONE.
Sotto il sole cocente, due personaggi, con la pelle olivastra e le mani unte, ci intrattengono, giocando a fare i meccanici con un martello. Si alternano nel sonno, dentro quella carcassa di metallo. Alla fine, hanno pure fatto partire quel ferro vecchio, un piccolo miracolo arabo.
Proseguiamo il nostro viaggio verso Saint Gilles, dove il parcheggio è gratuito, l’acqua scorre abbondante e il liquame… beh, il liquame è un’altra storia. Abbiamo il nostro WC nautico, ma gli scarichi sembrano essere un’esclusiva per le cassette. Noi ne abbiamo una adattabile, ma, oh sorpresa, senza tubo di collegamento. Così, con l’ingegnosità dei disperati, ne fabbrichiamo uno noi, un aggeggio scomodo e macchinoso. Ah, la gioia di giocare con le feci, un hobby per veri intenditori. Qualche incidente? Niente che un po’ d’acqua non possa risolvere. Bisogna trovare una soluzione, e presto.
Il vicino di camper, in età pensionabile, vestito tutto in mimetica, non dice una parola, ma si limita ad osservarci con aria schifata. Il resto della ciurma di quell'area è composta da macchine, tende e macchine con tende sul tetto, giovani tedeschi, selvaggi e indomabili.
Trascinando Axel per la sua consueta sfilata di escrementi, chiudiamo la giornata. Intravediamo il centro, con una bella chiesa che fa parte del cammino di Santiago. Ma ciò che attira la nostra attenzione è sul muro adiacente: un graffito rappresentante Il Piccolo Principe."
E così si conclude il nostro viaggio di oggi. Non perdete il prossimo episodio: ‘Sotto le stelle di sant'egidio’, domani alle 17:00
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