Passa ai contenuti principali

23/04/2024 IL SANGUE DEL DRAGO: TRA STORIA E LEGGENDA A TARRAGONA



Svegliarsi all’alba è roba da uccelli e pazzi, ma eccoci qui, diretti verso Tarragona, o Tarracò per gli antichi romani. Una delle città più importanti della Spagna romana, dicono. Troviamo un parcheggio desolato, 
in mezzo a un deserto di cemento e palazzoni, ma a cinque minuti dal mare. La città? Quella è a quaranta minuti a piedi, percorribili tramite la Via Augusta o tramite la litoranea.

Il tour della città è un viaggio infinito attraverso un lungomare che sembra non finire mai. Poi, l’anfiteatro romano, affacciato sul mare, ci sorprende per la sua bellezza: poteva ospitare fino a 14.000 spettatori per giochi, combattimenti tra gladiatori e spettacoli teatrali.

La salita verso la città alta è un viaggio verticale su una passerella che sfida la gravità, cioè un ascensore. Per il piccolo Axel è una nuova esperienza che, miracolosamente, non lo ha traumatizzato. Che coraggio.

Costruita sulle colline, la città ci accoglie con la sua Rambla Nueva, un nastro di cemento stracolmo di anime e vetrine. E oggi? Oggi è il giorno di Sant Jordi, il santo di turno, con una storia così trita che persino i bambini storcerebbero il naso.

Una volta, a Montblanc, c’era un drago, una vera peste, che terrorizzava i paesani. Per tenerlo buono, gli servivano una donzella al giorno, finché non toccò alla principessina del regno. Entra in scena Sant Jordi, il cavaliere senza macchia e senza paura, che fa fuori il drago, salva la damigella e si guadagna gli applausi della città. Poi, per non farsi mancare niente, fa spuntare una rosa dal sangue della bestia e la piazza in mano alla principessa. E per aggiungere pathos al kitsch, hanno pure attaccato la festa al giorno nazionale del libro. Risultato? Un fiore per lei, un libro per lui, e tutti felici e contenti. O quasi.

Una signora quasi cieca ci racconta tutto questo in un italiano migliore del nostro, cercando di rifilarci i suoi libri in braille. Non sa con chi ha a che fare.


 
Abbiamo esplorato il resto del centro storico, con la sua impronta romana marcata: l’anfiteatro, il circo romano, la Torre di Scipione, un foro romano. Tutto il complesso archeologico, incluso il teatro romano, è stato riconosciuto come Patrimonio dell’umanità.

Poi, il Balcone del Mediterraneo, che non è altro che un semplice affaccio sul mare. Guardiamo la Cattedrale da fuori, imponente, e ci fermiamo sui suoi gradoni. Tramite delle statue scopriamo l’esistenza dei “castells”, torri umane impressionanti "costruite" durante le feste: si arrampicano uno sopra l’altro per formare strutture umane complesse.


Il resto? Strade, piazzette, negozi, bar. Noi ci perdiamo a vagare senza meta. E come sempre, quando parcheggiamo nell’angolo più remoto di fanculandia, inizia a piovere. Corriamo verso il nostro rifugio, giusto in tempo per una doccia gratuita, lavati dalle lacrime amare di un dio che si diverte a prenderci in giro.

La serata si è conclusa con la soddisfazione di aver vissuto una giornata degna di nota, in una bellissima città, e a farci sentire un po’ coglioni, andando lontanissimi per vedere delle costruzioni romane.

Il viaggio continua, ci vediamo domani alle 17 per un'altra puntata dal titolo: "NUDITA' SULLA COSTA DORADA"


Commenti

Post popolari in questo blog

dal 28.09.2024 al 01.10.2024 PORTO VIVE

Porto , o Oporto , una delle città più antiche del Portogallo, iniziò come un piccolo villaggio celtico alla foce del fiume Douro . I Romani la trasformarono in un porto commerciale di rilievo, da cui deriva il nome del Portogallo. Conosciuta anche come “ la città invitta ”, perché non è mai stata sconfitta militarmente. Attraversiamo Vila Nova de Gaia , una cittadina situata sulla riva meridionale del fiume Douro, proprio di fronte al centro storico di Porto, verso cui siamo diretti. Arriviamo al Ponte Dom Luis I , il simbolo iconico della città. Progettato da un allievo di Eiffel, richiama il suo stile. Ha due livelli: quello superiore per pedoni e metropolitana, quello inferiore per le macchine. Intorno a noi, una folla inaspettata per questa stagione. Sul ponte, osserviamo il panorama. Da un lato Porto, con il quartiere Ribeira , dall’altro le famose cantine del vino più rinomato del Portogallo. Attraversare quel ponte è complicato. Gente ovunque, che si ferma all’improvviso pe...

26-27/09/2024 VENESSIA EM PORTUGAL

26.09.2024 Arriviamo ad Aveiro al calar della sera. L’area di sosta gratuita vicino al centro è già piena, i camper sono tutti allineati, le antenne delle TV alzate, pronti a barricarsi dentro mentre fuori il tempo è un disastro. Accanto, un parcheggio sterrato, un inferno dimenticato : qualche camper nuovo di passaggio, il resto, i residenti gitani , roulotte fatiscenti, relitti di vite alla deriva. La sporcizia si è accumulata ovunque. In un angolo, un vecchio, piegato, defecava senza vergogna, aggiungendo un tocco di cruda realtà a quel quadro desolante. Proseguiamo, l’ultimo tentativo: un parcheggio vicino alla stazione dei bus. Arriviamo giusto in tempo per prendere l’ultimo posto, accanto a una roulotte di zingari, una giovane coppia con un furgoncino e una macchina. Il posto è pulito, ma la puzza che esce da quella roulotte è la stessa che trovi nelle stazioni centrali , vicino ai senzatetto o ai bagni pubblici. Ci sono altri dieci camper e qualche bus turistico. È ormai sera ...

25.09.2024 UN GIORNO DA (finti) STUDENTI

Arriviamo a Coimbra e parcheggiamo in mezzo al nulla, circondati da qualche camper. Piove a dirotto. Intrappolati nel camper, aspettiamo che la pioggia smetta, ma non smette mai. La città è a venti minuti, ma sembra un’eternità. Appena accenna a smettere, corriamo fuori come due leoni che vogliono azzannare la gazzella. Attraversiamo un ponte colorato sul fiume Mondego , ci ritroviamo in un parco enorme con piste ciclabili, passerelle di legno, ristoranti e locali che cercano disperatamente di sembrare vivaci. Ci sono centri per affittare tavole da SUP e canottaggio. Coimbra è una città universitaria , piena di giovani che sognano di diventare qualcuno. Vagano per il centro con la testa piena di libri e speranze, tra locali che cercano di attirare con serate e cibo a prezzi bassi e case che hanno visto giorni migliori. Qualche organizzazione studentesca qua e là, qualche battaglia da combattere, simboli antifascisti, anarchici e di azione diretta ovunque. Scritte e striscioni sparsi ...