25\03\2024
Arriva un ospite indesiderato: la pioggia, seguita dal vento, che ci costringe a fare ritorno e scopriamo il disastro: il divanetto della dinette è zuppo come una spugna.
Una finestra lasciata aperta? No, è l’acqua che ci tende un’imboscata dal gavone. Smontiamo un’asse di legno e scopriamo che l’acqua ci fa la festa da un foro dei cavi dei pannelli solari. Le famigerate infiltrazioni, il terrore di ogni proprietario di camper. Non sembra grave, non c’è muffa o marciume, solo la solita sfortuna che ci perseguita.
Pensavamo di essere a posto per un po’, dopo tutti i lavori fatti. Invece, eccoci qui, nemmeno una settimana dopo e già con problemi. L’ultimo controllo? Due mesi fa.
Siamo andati in un brico, ironia della sorte proprio di fronte al nostro parcheggio, per prendere il silicone e la sua apposita pistola. Tra traduttore, gesti e parole messe così senza grammatica, siamo riusciti a farci capire, almeno spero che sia quello adatto. Il tipo non mi sembrava molto sicuro, ovviamente l’inglese in Francia è bandito. Per applicarlo dobbiamo aspettare che smetta e che sia tutto asciutto, confidiamo nel meteo.
Ormai notte, non resisto e prendo Axel; vogliamo vedere il mare. Munito di torcette frontali, una per me e una per lui, almeno lo vedo nel buio più totale. Arrivati lì, impazzisce, corre da una parte all’altra, smette di darmi retta, non lo vedo più, la torcia è andata,ormai proprietà della spiaggia. Non vedevo niente, lui correva, io rincorrevo lui. Una scena patetica e comica allo stesso tempo.
Ci siamo barricati dentro, il vento non ha fatto altro che aumentare, ormai tardissimo proviamo a dormire. Il camper balla, sul letto sembra di stare in nave con il mare mosso. Fino a ora non ci è mai successo così, non riusciamo a dormire, ormai le raffiche coprono qualsiasi suono esterno. Che Dio ci salvi.
26\03\2024
Sopravvissuti alla notte, abbiamo affrontato il vento in una passeggiata mattutina sulla spiaggia, un’impresa inutile, un puro esercizio di masochismo. Tutto era chiuso, un deserto urbano sotto la pioggia incessante.
Durante le ore insonni, ho fatto scoperte su Cap d’Agde; famoso per il suo porto e il villaggio nudista, un rifugio per chi cerca libertà senza vincoli e l’ebbrezza dello scambismo. Trascrivo alcune recensioni: “Mi inseguivano con il membro in mano” e “Un posto da incubo, pieno di vecchi!”. Poesia, ce la ricorderemo così.
E quei cartelli stradali girati incontrati fino a ora? Mistero risolto. Non è pazzia, ma una ribellione contadina, un atto di terrorismo senza violenza.
Ci siamo ritirati dal fronte marittimo, rifugiandoci in un parcheggio anonimo lungo la strada. La nostra giornata si è ridotta a una spedizione in una lavanderia poco distante. Pulizie, doccia, le piccole vittorie quotidiane che ci tengono a galla. Oggi va così.
Domani ci aspetta la ‘grande riparazione’, trovare e tappare il foro, sperando non piova. Prossima fermata: Carcassonne.
Continua il viaggio: ci vediamo domani alle 17:00 per una nuova puntata dal titolo: "CARCASSONNE UN TUFFO NEL PASSATO"
Commenti
Posta un commento