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27-28\03\2024 CARCASSONNE: UN TUFFO NEL PASSATO

27 marzo 2024

 Oggi il meteo sembra essere dalla nostra parte. Armati di pazienza, buona volontà e poca manualità, abbiamo iniziato a giocare con il silicone. Visivamente, sembra un’opera d’arte creata da un bambino con le mani sporche di Nutella, ma speriamo che faccia il suo dovere! Abbiamo fatto del nostro meglio; non possiamo fare altro se non goderci il resto della giornata. Carcassonne, arriviamo!

Viaggiando lungo strade secondarie, ci siamo trovati faccia a faccia con il nostro peggior incubo: una galleria senza segnali di altezza. Bloccati. A occhio e croce, sembrava che avrei dovuto fare molte manovre dato il poco spazio, ma con l’aiuto di Chiara come copilota e l’invocazione di ogni santo nel calendario, siamo riusciti a fare inversione e a raggiungere la meta. Da questo momento, controlleremo le strade dall’alto con la vista satellitare. Ci fermiamo in uno spiazzo, soli, immersi nel verde, lontani dal caos ma vicini a tutto. Il posto è un incanto.

La cittadella ci accoglie con le braccia aperte: bellissima e imponente, proprio come nel gioco da tavolo da cui prende ispirazione! Ci dà il benvenuto la statua di quella furbetta della Lady. La leggenda narra che, quando Carcassonne era assediata dalle truppe di Carlo Magno, una certa Dame Carcas ingannò i soldati facendo ingurgitare a un maiale l’ultimo sacco di grano e lo gettò dalla torre. I soldati credettero che la città avesse ancora cibo e si ritirarono, gridando “Carcas sonne” (Carcas suona), dando così origine al nome, mentre il maiale digeriva il suo segreto.

Camminando tra le vie, si avverte il peso del passato che non vuole andare via. È tutto intatto. Le mura sono doppie e imponenti; ogni angolo è un ricordo, ogni strada un viaggio nel tempo. Abbiamo esplorato ogni centimetro, dentro e fuori, lungo le fortificazioni. Ma il presente si fa sentire con le orde di turisti e i negozi che offrono solo banalità, spegnendo la magia medievale.

 Immersi nelle nostre osservazioni, con la mente persa tra le antiche torri, ci imbattiamo in un giovane inglese con uno smartphone scarico, che chiede a Chiara di scattargli delle foto con il suo e poi inviargliele, un gesto ‘semplice’, ma pieno di umanità, nel nostro inglese incerto ma autentico. Addio Cien, nome che sa di detersivo intimo a buon mercato.

Ci siamo ritirati quasi al tramonto, come se avessimo bisogno di camminare ancora e ancora. Dopo giorni di brutto tempo e angoscia, abbiamo trascorso una giornata stupenda, ricordandoci che ‘non può piovere per sempre’, come diceva quello famoso.

28 marzo 2024

La città non offre nulla di eccezionale. Edifici moderni e canali non riescono a competere con la grandezza della cittadella. Ma il ponte vecchio ci mostra ancora una volta la bellezza della città vecchia. Non resistiamo e corriamo a rifare tutto il percorso nelle mura antiche, scoprendo nuovi angoli nascosti.

 Quando questi luoghi ti travolgono, le ore passano senza che tu te ne accorga: sei felice e lo percepisci, ma altre destinazioni ci aspettano.

  

 Continua il viaggio: ci vediamo domani alle 17:00 per una nuova puntata dal titolo: OLTRE LA FRONTIERA,ARRIVO IN TERRA SPAGNOLA

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