Arriviamo a Mislata, un comune appena fuori Valencia. Dopo aver scartato mille opzioni, scegliamo questo parcheggio, sperando di trovare un angolo di pace per abbandonare la caravana e perderci nella città. Al nostro arrivo, solo altri due camper. Ci piazziamo vicino a loro e, come al solito, scrutiamo l’ambiente per capire se è tranquillo. Il parcheggio è deserto, di fronte c’è un parco e qualche palazzina che sembra non sapere se vuole essere abitata o demolita.
Ci accoglie il nostro nuovo vicino , un argentino-tedesco, che appena vede la nostra targa italiana, si avvicina e ci racconta la sua storia: ha vissuto in Germania, lavorando in una gelateria gestita da italiani, imparando la lingua, infatti la parlava correttamente e con fluidità.Ora si gode la pensione, in quel parcheggio da un mese, totalmente indipendente, con i suoi due pannelli solari piazzati a terra, il suo wc compostabile.. e le acque grigie? Meglio non sapere. Gentile e sorridente, magari uno di questi giorni gli offriremo un caffè.
Prendiamo le nostre quattro cose di valore, le carichiamo in spalla e, pieni di aspettative, ci dirigiamo verso la città. Davanti a noi un parco gigantesco: panchine, campi da basket, pingpong, angoli grigliata, giochi per bambini, tutto il pacchetto. E poi, una triste area per cani con sacchetti raccogli-merda gratuiti. Grazie, comune.
Dopo un lungo cammino tra palazzi anonimi, negozi che vendono cianfrusaglie e il solito caos urbano, eccoci a Valencia, nel "centro ciudad". Entriamo dalle Torri di Quart, vecchie torri medievali che un tempo proteggevano la città. Percorriamo il vialone principale, pieno dei soliti ristoranti trappola per turisti e negozi di souvenir kitsch, con qualche commerciante locale che cerca di sbarcare il lunario. Arriviamo alla Placa De La Mare De Deu, una piazza enorme con una fontana gigante al centro. Ci sediamo, ci riposiamo, osserviamo intorno, ma soprattutto contempliamo la Cattedrale. Gotica e affascinante, dicono ospita il Santo Calice, che alcuni credono sia il Santo Graal. Chissà.
Dopo esserci ripresi, attraversiamo un piccolo arco e ci troviamo nella Placa De La Reina. Una sorpresa, visto che l’ultima volta che eravamo qui era chiusa per lavori. Ora è tutta ristrutturata, con ristorantini, mercatini artigianali, giochi, una piccola area verde con spruzzi d’acqua fresca, horchaterie (bevanda tipica di Valencia, preparata con acqua, zucchero e chufa, un tubero che cresce in questa zona), bar e chioschi di ogni tipo.
Ci perdiamo tra le vie, ricordando il nostro viaggio passato, e senza accorgercene arriviamo al Mercato Centrale. Uno dei più grandi d’Europa, con oltre 8.000 metri quadrati e più di 1.000 bancarelle. Un mostro di architettura con colonne in ferro, piastrelle colorate e vetrate. Ovviamente, niente cani. Poco male, ci eravamo già stati.
Di fronte al Mercato c’è la Loggia della Seta, un posto che vale la pena vedere almeno una volta. Era il ritrovo dei mercanti per comprare e vendere seta . Un tempo era un centro commerciale importante, ora è "solo" un edificio gotico con colonne enormi, soffitti alti e decorazioni in pietra. Non sembra un semplice mercato, ma piuttosto un castello medievale. Appena entri, ti accoglie un giardino di aranci che filtra la luce. Questi mercanti sapevano come trattarsi bene. Ovviamente c’è anche la prigione, per chi non rispettava i contratti. Almeno avevano una bella vista dalla torre.
Ci perdiamo tra le vie, ricordando il nostro viaggio passato, e senza accorgercene arriviamo al Mercato Centrale. Uno dei più grandi d’Europa, con oltre 8.000 metri quadrati e più di 1.000 bancarelle. Un mostro di architettura con colonne in ferro, piastrelle colorate e vetrate. Ovviamente, niente cani. Poco male, ci eravamo già stati.
Di fronte al Mercato c’è la Loggia della Seta, un posto che vale la pena vedere almeno una volta. Era il ritrovo dei mercanti per comprare e vendere seta . Un tempo era un centro commerciale importante, ora è "solo" un edificio gotico con colonne enormi, soffitti alti e decorazioni in pietra. Non sembra un semplice mercato, ma piuttosto un castello medievale. Appena entri, ti accoglie un giardino di aranci che filtra la luce. Questi mercanti sapevano come trattarsi bene. Ovviamente c’è anche la prigione, per chi non rispettava i contratti. Almeno avevano una bella vista dalla torre.
Questi sono i ricordi del viaggio senza Axel, che ovviamente non può entrare in questi posti, ma a Valencia è affascinante anche solo perdersi tra le vie senza una meta precisa. E così, per caso, ci siamo trovati davanti alla bettola che avevamo scelto come stanza per dormire quei pochi giorni. Bei ricordi. Alcune cose non cambiano mai, come il cattivo gusto dettato dalla disponibilità di pochi spicci.
Dopo aver passato il tempo come due idioti a vedere chi ricordava più particolari inutili della nostra gioventu', ci rendiamo conto che siamo esausti e ci aspetta il cammino per tornare alla base. Ci dirigiamo verso le Torri de Serrans, antiche torri difensive e principale porta di accesso alla città. Scopriamo che servivano anche come prigione per i nobili.
Arrivati, incredibilmente, siamo felici, e questa città ha ancora mille altre attrazioni da offrirci. Dobbiamo ricaricarci bene perché domani ci aspettano i Giardini del Turia...e 9km sono tanti da percorrere!
Arrivati, incredibilmente, siamo felici, e questa città ha ancora mille altre attrazioni da offrirci. Dobbiamo ricaricarci bene perché domani ci aspettano i Giardini del Turia...e 9km sono tanti da percorrere!
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