1/05/24
Questa mattina, a Castellón de la Plana, abbiamo parcheggiato di fronte a un parco che sembrava abbandonato. Non era il massimo in termini di sicurezza, ma che diavolo, abbiamo deciso di rischiare. Facendo i nostri giri di ricognizione, abbiamo scoperto che l’atmosfera era tranquilla, con qualche perditempo che si esercitava e un gruppetto di ragazzini che ballavano al ritmo di qualche canzone giapponese o kpop. Decidiamo di restare.
Strascicandoci verso il centro, ci siamo scontrati con una statua enorme di un gigante, Tombatossals. Un mito locale, un gigante con un cuore tanto grande. Dicono che abbia fondato questa città. Figlio di due montagne, nato da una tempesta, ha combattuto contro principi malvagi e riconquistato isole. Ha vissuto tantissime avventure, tutte tessute nella storia della città.
Abbiamo attraversato un viale alberato, con palazzoni, e siamo arrivati nel centro. Non ci ha colpito particolarmente. Qualche chiesa, una piazza, un mercato. Niente di eccezionale, ma sufficiente per una breve visita.
Ma poi, la fame, quel mostro implacabile, ha iniziato a mordere le nostre viscere e, come due cani affamati, ci siamo fiondati in un kebabbaro che per due spiccioli ti riempiva la pancia. Dopo aver ingurgitato quel pasto da reietti, ho pulito il camper mentre Chiara è andata in lavanderia. Lì ha incontrato una vecchietta con un cagnolino, che le ha raccontato storie di altri tempi, finendo con baci e abbracci come se fosse la sua cara e vecchia "abuela".
La sera è calata veloce, e il parco, deserto come il nostro futuro, è diventato il nostro rifugio urbano. Così, ci siamo messi a pattinare un po’. Non è stata un'idea eccezzionale, perchè la pista era totalmente in discesa. Ce la siamo cavata solo con qualche ammaccatura al sedere.
2/05/24
E così, la notte ci ha regalato un po’ di pace, un raro silenzio interrotto solo dal passaggio sporadico di qualche auto. La città, esausta delle sue stesse luci, non aveva più nulla da offrirci, così abbiamo puntato verso il mare e siamo approdati a Grao De Castellòn.
Abbiamo trovato un’area per camper che sembrava uscita da una brochure turistica, con servizi duplicati per ogni possibile bisogno e un limite di sosta di 48 ore. Arriviamo e, ovviamente, è tutto pieno, lasciandoci a parcheggiare lungo la strada come ultimi arrivati a una festa già finita.
Il lungomare si è rivelato un’esibizione di ordine e pulizia: una strada pedonale che si snodava lungo la spiaggia, fiancheggiata da edifici che offrivano servizi tanto vari. Biblioteche, aree per l’allattamento, per sfamare il futuro della nazione, accessi facilitati per disabili con passerelle di legno che conducevano alla spiaggia e un gazebo riservato. I servizi igienici, puliti come se nessuno li avesse mai usati, erano disseminati con una precisione quasi ossessiva. Le docce, sorprendentemente funzionanti, e i parchi attrezzati per ogni sorta di attività ricreativa completavano il quadro.
Abbiamo esplorato con un misto di curiosità e scetticismo, inciampando in chiringuito dopo chiringuito, persino un eliporto da cui decollavano paracadutisti. Un parco giochi per gli audaci - o forse solo per i folli. Ci siamo fermati a osservare, immaginando cosa si provasse a lanciarsi nel vuoto.
Il lungomare, una striscia di cemento che si perdeva all’orizzonte, ci ha intrattenuti per l’intera giornata a girovagare con la curiosità di due bambini. Al ritorno, un miracolo: un posto nell’area camper si libera. Ci lanciamo come avvoltoi su una carcassa fresca, giusto in tempo per vedere altri sognatori arrivare e ripartire con il cuore spezzato.
Curiosando su internet, abbiamo scoperto che questa città, nota per il suo porto e le sue spiagge, è anche un gigante nel mondo della ceramica, leader mondiale insieme a Sassuolo. Una sorpresa inaspettata in questa giornata di scoperte.
La giornata si conclude con una passeggiata in spiaggia con Axel, unico momento in cui il perro può "entrare" in quel lusso dorato solo per umani.
Il viaggio continua, ci vediamo domani alle 17 per un'altra puntata dal titolo: "DOPAMINA, LA DROGA DEL CERVELLO"
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