3/05/24
La mappa ci suggerisce che la pista ciclabile ci guiderà verso un luogo che avevamo già deciso di esplorare. Così, con Benicassim nel mirino, decidiamo di avventurarci in bicicletta. Prima, però, abbiamo trascorso la mattinata con Axel, lasciandolo poi solo per qualche ora, ma non fa troppo caldo e gli oblò sono aperti per il riciclo d'aria.
Nel tardo pomeriggio, abbiamo iniziato il rituale di liberazione delle biciclette, rimuovendo prima tutti i dispositivi di sicurezza che tengono le bici al loro posto durante il viaggio. Dopo parecchi minuti di manovre, forse anche decine, tra cinghie, catene e coperture, siamo pronti per partire. Un tragitto costellato da chioschi e ristoranti che sembrano clonarsi all’infinito lungo la costa.
Arrivati a destinazione, abbiamo abbandonato le bici continuando a piedi. Ci avviamo diretti in un negozio che spicca per la sua unicità, con vestiti e camicie dallo stile orientale che attirano la nostra attenzione.
Mentre esploriamo, notiamo un cartello di eventi imminenti, annunciando uno spettacolo di Flamenco gratuito per il giorno seguente, prendiamo in considerazine di parteciparvi.
Ah, e per non dimenticare, siamo nella Comunità Valenciana. Qui, le comunità sono come le nostre regioni. Dopo il crollo del potere centrale della dittatura franchista, questa suddivisione ha preso forma.
Da indipendentisti catalani a icone come Dalì e Gaudì, ora siamo nella terra della Paella e delle arti e della scienza. Chissà quali sorprese ci riserverà.
4/05/24
Oggi è stata una replica di ieri: trascinare fuori Axel, farlo correre fino a che non crolla, poi dirigersi verso l'evento a Benicassim. Non ci fermiamo mai alle apparenze, quindi ci siamo informati su questo posto: sei chilometri di spiaggia e montagne che bloccano il vento. Un tempo era un ritiro spirituale per i Carmelitani. C'è anche una torre di avvistamento, la San Vicente, che abbiamo incrociato senza sapere cosa fosse.
Dopo un'ora in bici, siamo arrivati a una villa sul mare, dove l'evento ci ha inghiottiti. Le sedie erano tutte prese, ma poco importava, siamo riusciti a sentire e vedere. Una Bailaora (ballerina di Flamenco) ci ha parlato di come la musica e la danza scuotono il cervello, quali parti coinvolgono, come stimolano le ghiandole. Abbiamo cercato di seguire il loro spagnolo veloce, afferrando i concetti chiave.
Il Flamenco, dicevano, pompa dopamina, piacere, memoria, concentrazione, rilassamento. Muove il sangue al cervello, migliora la salute del cuore, solleva l'umore, taglia lo stress.
Dopo la teoria, è arrivata la pratica: due Bailaore in abiti tradizionali, con un cantante e un chitarrista, hanno battuto mani e piedi, danzando in modo sensuale, emozionale, espressivo. Ci hanno anche coinvolto, insegnandoci passi di Flamenco. Alla fine, con altre ragazze, hanno ballato la Sevillana, quattro strofe di tecniche e movimenti diversi, con l'intero pubblico che gridava "Olè". È stata una performance fantastica, ci siamo divertiti ed è stato affascinante.
Ma poi c'era la pedalata a casa. Tornati da Axel, l'abbiamo lodato per essere stato bravo, gli abbiamo dato il suo premio e poi un'altra lunga passeggiata, per essere sicuri di dargli il colpo di grazia.
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