15 \06\2024
Motril, capitale della Costa Tropical, ai piedi della Sierra Nevada. Non avevamo nessuna voglia di visitarla, l’umore era quello che era. Così ci siamo diretti verso la spiaggia canina, per far divertire Axel e passare una giornata senza pensieri. La spiaggia era una distesa infinita di sabbia, piena di gente, pochi cani. Ci siamo messi in disparte per far giocare Axel; il mare era agitato, si divertiva a inseguire le onde e a nuotare.
Immagina la scena: il nostro cane, convinto di essere il nuovo salvatore della spiaggia, si lancia in acqua con la delicatezza di un elefante in una cristalleria. Due ragazze nuotano tranquille, ignare del disastro imminente. Lui, con determinazione, si avvicina, afferra un piede con la bocca e poi se ne va, lasciandoti con la faccia rossa di vergogna. Dobbiamo rivedere questo gioco: è divertente e commovente che cerchi di salvarti, ma per l’amor di Dio, che rimanga tra di noi!
Fortunatamente, riusciamo a fermarlo a metà strada, prima che ci faccia fare una figura di merda.
Ci sdraiamo sulla sabbia, cercando di rilassarci e leggere. Ma ecco che un moccioso decide che il bagnasciuga è il posto perfetto per un tuffo di testa.
Si lancia come un sacco di patate, atterrando di faccia nella sabbia, mentre il padre lo riprende con il telefonino. In una frazione di secondo, qualcosa scatta nel cervello di Axel, che parte a razzo verso il bambino. Non ho idea di cosa avesse in mente, non lo sapremo mai. Siamo riusciti a fermarlo in tempo, anche questa volta, urlandogli addosso fino a farlo bloccare a pochi passi dal piccolo acrobata.
Quando il caldo diventa insopportabile, decidiamo di tornare, quando vediamo quell’arco doccia, un autolavaggio per cani..lui riluttante all’idea, fa di tutto per svignarsela. Non ne voleva sapere . Chiara, testarda come sempre, ha la meglio, lo trascina dentro. Risultato? Cane fradicio, Chiara pure. Due scotolate e un po’ di sole dopo, erano come nuovi. Cena e passeggiata serale sul lungomare, ultima notte qui.
Immagina la scena: il nostro cane, convinto di essere il nuovo salvatore della spiaggia, si lancia in acqua con la delicatezza di un elefante in una cristalleria. Due ragazze nuotano tranquille, ignare del disastro imminente. Lui, con determinazione, si avvicina, afferra un piede con la bocca e poi se ne va, lasciandoti con la faccia rossa di vergogna. Dobbiamo rivedere questo gioco: è divertente e commovente che cerchi di salvarti, ma per l’amor di Dio, che rimanga tra di noi!
Fortunatamente, riusciamo a fermarlo a metà strada, prima che ci faccia fare una figura di merda.
Ci sdraiamo sulla sabbia, cercando di rilassarci e leggere. Ma ecco che un moccioso decide che il bagnasciuga è il posto perfetto per un tuffo di testa.
Si lancia come un sacco di patate, atterrando di faccia nella sabbia, mentre il padre lo riprende con il telefonino. In una frazione di secondo, qualcosa scatta nel cervello di Axel, che parte a razzo verso il bambino. Non ho idea di cosa avesse in mente, non lo sapremo mai. Siamo riusciti a fermarlo in tempo, anche questa volta, urlandogli addosso fino a farlo bloccare a pochi passi dal piccolo acrobata.
Quando il caldo diventa insopportabile, decidiamo di tornare, quando vediamo quell’arco doccia, un autolavaggio per cani..lui riluttante all’idea, fa di tutto per svignarsela. Non ne voleva sapere . Chiara, testarda come sempre, ha la meglio, lo trascina dentro. Risultato? Cane fradicio, Chiara pure. Due scotolate e un po’ di sole dopo, erano come nuovi. Cena e passeggiata serale sul lungomare, ultima notte qui.
16/06/2024
Nerja, un tempo un tranquillo villaggio di pescatori, ora è un mosaico di case vacanza e hotel turistici, tutto bianco e sobrio. Il parcheggio per i camper, abbandonato e dimenticato, offre solo acqua e silenzio. I camper si allineano in cerca di un rifugio temporaneo. Il pueblo è un palcoscenico per turisti assetati di sole e selfie, e il fiume che un tempo sfociava nel mare è ora una striscia di terra secca, dove i cani vagano con occhi stanchi e lingue assetate. La siccità non perdona.
Attraversiamo strade strette dal sapore arabo. Le casette bianche si stringono insieme, e nei piccoli locali e ristoranti si mescolano profumi di cibo e risate. Poi arriviamo al Balcone d’Europa, un tempo la Torre de los Guardas. Ora è un’attrazione turistica, con fiori e passerelle, tutto patinato e perfetto. Ci fermiamo a contemplare il mare, e Axel, si fa coccolare da chiunque passi. Ogni scusa è buona per farsi grattare la schiena da sconosciuti.
Sotto il balcone, un paio di calette affollate. Le spiagge sono super attrezzate, bagnini ogni 100 metri, piccole, pulite e controllate. Sugli scogli, una ragazza ci vede e, forse catturata dalla nostra bellezza o per noia, ci chiede se vogliamo delle foto. Accettiamo, e parte un intero servizio fotografico. Le foto, per la prima volta, escono veramente bene. Tornati al camper, ci sistemiamo.
l parcheggio, un tempo luogo di transito e profitto, ora giace abbandonato e il gabbiotto, con i suoi cartelli sbiaditi, è l’ultimo testimone di un’epoca passata.
Noi, con il nostro sorriso da portinai, continuiamo a rispondere alle domande dei nuovi arrivati. “Free?” sussurrano, come se fosse la parola magica che apre le porte del paradiso. E noi, con un cenno, concediamo loro l’accesso.
Sotto il balcone, un paio di calette affollate. Le spiagge sono super attrezzate, bagnini ogni 100 metri, piccole, pulite e controllate. Sugli scogli, una ragazza ci vede e, forse catturata dalla nostra bellezza o per noia, ci chiede se vogliamo delle foto. Accettiamo, e parte un intero servizio fotografico. Le foto, per la prima volta, escono veramente bene. Tornati al camper, ci sistemiamo.
l parcheggio, un tempo luogo di transito e profitto, ora giace abbandonato e il gabbiotto, con i suoi cartelli sbiaditi, è l’ultimo testimone di un’epoca passata.
Noi, con il nostro sorriso da portinai, continuiamo a rispondere alle domande dei nuovi arrivati. “Free?” sussurrano, come se fosse la parola magica che apre le porte del paradiso. E noi, con un cenno, concediamo loro l’accesso.
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