23\06\24
Nigüelas, un piccolo villaggio a 860 metri di altitudine, nel cuore del Valle de Lecrín, all’interno del Parco Naturale della Sierra Nevada. Arriviamo e ci accoglie un parcheggio sterrato all’ingresso del paese, con cassonetti stracolmi e un odore di monnezza che ti fa rivoltare lo stomaco. Uno schifo, ma per passare un paio di giorni in attesa di andare al rifugio, ce lo facciamo andare bene.
L’arrivo è stato un disastro. Il navigatore, ha deciso di farci fare l’ultimo chilometro su una strada sterrata di campagna. Sdradichiamo alberi, portandoceli dietro, mentre penso che da un momento all’altro farò una manovra sbagliata e spaccherò tutto. E tutto questo per scoprire poi che c’era una strada statale che ti portava nello stesso esatto punto. Oggi il Signore non sarà contento di me.
Nel paese non c’è niente che valga la pena vedere, davvero. Ti accoglie un “giardino romantico”, il Jardín Romántico de la Casa Zayas, vicino al municipio. Siepi, conifere, acacie, magnolie e altre piante, fontane e canali d’acqua. Potrebbe essere bello, ma è trascurato, lasciato a se stesso, "il mondo è andato avanti".
Ci sono i soliti bar e la solita gente che beve, un’istituzione qua, importante quanto la chiesa. Abbiamo fatto delle escursioni fuori dal paese, addentrandoci nella Sierra. Siamo arrivati fino a La Razuela, una terrazza naturale da cui si vede tutta la valle. Dietro c’era un parco, con campi da calcio e pallavolo abbandonati, spalti vuoti; la zona barbecue con panchine, anche questa abbandonata, e sporcizia ovunque. Un quadro triste.
In un caseggiato lì vicino, qualcuno ha deciso di decorare le mura con merda di uomo, completando l’opera, attaccando assorbenti ovunque. In queste zone rurali è la prima volta che vediamo qualcosa del genere,di solito la gente del posto si fa in quattro per tenere tutto pulito e ci tiene molto al proprio paese. Ma non qui. Provo ribrezzo per questo posto. L'unica nota positiva è che siamo riusciti a vedere una famiglia di daini (credo), bellissimi. Ci ritiriamo nel camper, per oggi abbiamo visto abbastanza.
24\06\2024
Che notte infernale. Non so che diavolo abbiano in testa questi idioti, si sono messi a giocare con la ruspa alle 4 del mattino. Un casino assurdo, vetri che si spaccano, urla . Se non si può stare tranquilli in un paesino sperduto con due anime, allora non so più cosa pensare. Vai in montagna, dicono, così ti rilassi. Prepariamoci e andiamocene via in fretta, stare qui è una tortura. La giornata inizia con il belare delle pecore, un gregge che brucava senza fretta attorno al camper. Facciamo colazione guardando fuori dalla finestra, osservando quella scena per noi inusuale. Anche Axel, curioso come sempre, si arrampica sul divano per dare un’occhiata fuori e capire cosa diavolo stesse succedendo. O forse voleva solo inseguirle tutte, una per una.
Comunque, abbiamo deciso di raggiungere i tipi del woofing domani mattina presto. Oggi lo passiamo a pulire noi stessi e il camper, sistemare tutto per non impazzire dopo. Dovremmo dormire a casa loro, quindi per una settimana il camper resterà fermo in qualche spiazzo nella loro finca.
Prima di tutto, ci dirigiamo verso lo scarico più vicino, la Repsol, non vogliamo che la roba ristagni nei serbatoi per una settimana. Siamo pieni. Il servizio non è gratuito.
Docce fatte, pulizia maniacale del camper, eliminate le ultime provviste fresche e fatto il bucato nella lavanderia del benzinaio. Infine, le solite operazioni di scarico. Ci ha portato via tutta la giornata, decidiamo di dormire in un parcheggio anonimo lì vicino. Domani, in mezz’ora, dovremmo raggiungere la nostra nuova dimora. Speriamo bene.
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