09/06/2024
Questa mattina, con il sole che ti friggeva il cervello e i 45 gradi che ti facevano sudare anche l’anima, ci siamo avventurati nelle lande desolate. Il paesaggio era arido, spietato, ma ogni passo era un colpo al cuore, un’emozione nuova. Non avevamo mai visto niente di simile, e lo ripetiamo spesso, ma questi luoghi ti lasciano senza fiato, ti riportano all’infanzia, a correre e saltare tra le dune di roccia e i cactus, improvvisandoti un John Wayne da quattro soldi. Ogni granello di sabbia, ogni roccia, ogni cactus era un pezzo di un mondo che non conoscevamo, ma che ci chiamava, ci sfidava, ci faceva sentire vivi.
La pacchia è finita, dobbiamo tornare alla realtà, siamo al limite. Ci serve un posto con tutti i servizi. E dove li trovi? Nei posti più disperati, quelli che nessuno sceglierebbe mai. Montagon: tre strade di case, un parco dove il cane non può entrare, una via con case in costruzione o abbandonate e poi campi infiniti, con qualche casa solitaria qua e là. Ah, e pale eoliche. Un vero e proprio buco di mondo.
In questi angoli dimenticati dal Signore, le zone autocaravan sono un rifugio, c’è una bellezza che ti fa sentire a casa, pulito. Un cancello di ferro ti accoglie, come se fossi nel tuo cortile: arrivi, apri, entri, chiudi e nessuno ti disturba. È semplicemente magnifico.
Ma noi e il camper siamo ridotti male. Il vento dei giorni scorsi ha portato terra ovunque: fuori, dentro, su di noi. Serve un miracolo, il miracolo della limpieza. Così passeremo la serata, con doppia doccia e pulizia del mezzo. La vita in camper non è solo albe, tramonti e stelle, ma anche terra, fango e merda.
10/06/2024
La pacchia è finita, dobbiamo tornare alla realtà, siamo al limite. Ci serve un posto con tutti i servizi. E dove li trovi? Nei posti più disperati, quelli che nessuno sceglierebbe mai. Montagon: tre strade di case, un parco dove il cane non può entrare, una via con case in costruzione o abbandonate e poi campi infiniti, con qualche casa solitaria qua e là. Ah, e pale eoliche. Un vero e proprio buco di mondo.
In questi angoli dimenticati dal Signore, le zone autocaravan sono un rifugio, c’è una bellezza che ti fa sentire a casa, pulito. Un cancello di ferro ti accoglie, come se fossi nel tuo cortile: arrivi, apri, entri, chiudi e nessuno ti disturba. È semplicemente magnifico.
Ma noi e il camper siamo ridotti male. Il vento dei giorni scorsi ha portato terra ovunque: fuori, dentro, su di noi. Serve un miracolo, il miracolo della limpieza. Così passeremo la serata, con doppia doccia e pulizia del mezzo. La vita in camper non è solo albe, tramonti e stelle, ma anche terra, fango e merda.
10/06/2024
Questa mattina abbiamo detto addio a questo posto incantevole e ci siamo messi in viaggio verso Guadix. Benvenuti nella provincia di Granada, dove il paesaggio diventa selvaggio e le rocce alte creano un’atmosfera surreale. Prima tappa: il supermercato, siamo a corto di cibo. E neanche qui posso avere un momento di pace. Pensavo che dopo mesi di viaggio avessi spento la rabbia che mi divorava negli ultimi anni, ma è bastato un gesto per riaccenderla.
Un vecchio, sono sempre loro, protagonisti delle mie disavventure. Ero in fila alla cassa, cercando di non farmi sorpassare. E questo stronzo cosa fa? Con prepotenza, mi colpisce il carrello per spostarlo. L’ho fissato con una tale furia che ha capito subito e ha iniziato a blaterare che doveva passare, non per mettersi in fila, ma per farsi gli affari suoi, mezzo metro più avanti.
Il parcheggio era vasto e quasi deserto. Solo noi, due camper e, in fondo, dei furgoni camperizzati con famiglie di gitani. Residenti. Avevano vestiti appesi tra gli alberi e taniche a delimitare il loro territorio. I furgoni sembravano belli, ma c’erano troppe persone in troppo poco spazio.
La città è uno dei più antichi insediamenti umani in Spagna. Ha una cattedrale gotica enorme, ma era chiusa, quindi niente visita. Poi ci sono le case-grotte, le “cuevas”. Vere abitazioni scavate nelle colline di argilla, con facciate bianche e camini che spuntano dal terreno. Le grotte mantengono una temperatura interna costante tutto l’anno.
A Guadix ci sono due mondi: uno rifatto a nuovo con i fondi europei, trasformato in attrazione turistica e alloggi, e l’altro, quello autentico, fatiscente, ma vero. Qui il tempo si è fermato. Vivono come se il mondo non fosse andato avanti. Cani ovunque, liberi, perché alcune case non hanno recinzioni. Per segnare i confini della proprietà, piazzano un cane enorme legato con una catena, pronto a sbraitare a chiunque si avvicini, anche per sbaglio.
Cavalli e asini, anche loro parte del quadro. Luoghi che respirano, vivi. Famiglie fuori, sedute, guardano i bambini correre. Ti fissano mentre passi, sanno che sei un estraneo. Sei schedato. Tutti sanno che ci sei. Un altro mondo, ma loro sono sereni, felici. Musica alta, birra in mano. Vivono alla giornata. Per loro, vivere in una grotta è il massimo e forse lo è davvero.
Abbiamo visto mirador che offrono una vista completa dall’alto. Credo che abbiamo esplorato ogni angolo. La sera si avvicina. Ci ritiriamo nel camper, tra i gitani che non si curano di noi.
Un vecchio, sono sempre loro, protagonisti delle mie disavventure. Ero in fila alla cassa, cercando di non farmi sorpassare. E questo stronzo cosa fa? Con prepotenza, mi colpisce il carrello per spostarlo. L’ho fissato con una tale furia che ha capito subito e ha iniziato a blaterare che doveva passare, non per mettersi in fila, ma per farsi gli affari suoi, mezzo metro più avanti.
Il parcheggio era vasto e quasi deserto. Solo noi, due camper e, in fondo, dei furgoni camperizzati con famiglie di gitani. Residenti. Avevano vestiti appesi tra gli alberi e taniche a delimitare il loro territorio. I furgoni sembravano belli, ma c’erano troppe persone in troppo poco spazio.
La città è uno dei più antichi insediamenti umani in Spagna. Ha una cattedrale gotica enorme, ma era chiusa, quindi niente visita. Poi ci sono le case-grotte, le “cuevas”. Vere abitazioni scavate nelle colline di argilla, con facciate bianche e camini che spuntano dal terreno. Le grotte mantengono una temperatura interna costante tutto l’anno.
A Guadix ci sono due mondi: uno rifatto a nuovo con i fondi europei, trasformato in attrazione turistica e alloggi, e l’altro, quello autentico, fatiscente, ma vero. Qui il tempo si è fermato. Vivono come se il mondo non fosse andato avanti. Cani ovunque, liberi, perché alcune case non hanno recinzioni. Per segnare i confini della proprietà, piazzano un cane enorme legato con una catena, pronto a sbraitare a chiunque si avvicini, anche per sbaglio.
Cavalli e asini, anche loro parte del quadro. Luoghi che respirano, vivi. Famiglie fuori, sedute, guardano i bambini correre. Ti fissano mentre passi, sanno che sei un estraneo. Sei schedato. Tutti sanno che ci sei. Un altro mondo, ma loro sono sereni, felici. Musica alta, birra in mano. Vivono alla giornata. Per loro, vivere in una grotta è il massimo e forse lo è davvero.
Abbiamo visto mirador che offrono una vista completa dall’alto. Credo che abbiamo esplorato ogni angolo. La sera si avvicina. Ci ritiriamo nel camper, tra i gitani che non si curano di noi.
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