22.08.2024
Attraversiamo il confine con la Spagna, l’autostrada si snoda sotto il sole cocente. Registriamo il veicolo per il pedaggio automatico senza problemi. Eccoci nella regione dell’Algarve, quella striscia di terra che si estende lungo la costa meridionale del Portogallo, un paradiso per chi cerca il sole e il mare.
Questo posto ha visto di tutto: dai pirati ai mercanti, dai pescatori alle orde di turisti che ogni estate cercano di scappare dalla loro vita monotona. Le spiagge qui sono nascoste dietro dune di sabbia e scogliere a picco sul mare. Si vede il Parco Naturale di Ria Formosa, un labirinto di lagune e canali che si estende per chilometri. È un rifugio per la fauna selvatica, con spiagge raggiungibili solo in traghetto.
A Tavira, parcheggiamo vicino a un ponte, uno sterrato immenso, quasi deserto. Usciamo e ci perdiamo tra le strade strette, esplorando chiese, mura storiche e case decorate con azulejos, un mix di architettura moresca e portoghese. Il fiume Gilão scorre lento e nella piazza principale, un palco attende il suo momento di gloria, promettendo un concerto che riempirà la notte di musica.
La sera, le bancarelle di oggetti usati sono un richiamo irresistibile. Tra videogiochi in cattive condizioni, un SNES con Street Fighter mi fa battere il cuore, ma il prezzo è un insulto e il venditore non ha nemmeno verificato se funziona. Il portoghese, con le sue inflessioni e suoni, mi sembra una lingua aliena, difficile da decifrare, soprattutto quando parlato. Ha un ritmo particolare, con molte vocali nasali e suoni gutturali che creano una melodia continua. Ad esempio, il suono della “ão” è molto caratteristico e non ha un equivalente diretto in italiano, provocando grosse prese il culo da parte nostra.
Il concerto inizia con un gruppo rock che suona canzoni dei Pink Floyd e di Zucchero. Il volume è assordante, tanto che Axel si lamenta più volte. Tornati al camper, la sorpresa ci attende sotto forma di un foglio di minaccia sul parabrezza. Il parcheggio, dice, è vietato per i camper e la persona promette di chiamare la polizia se non ce ne andiamo. L’ora è tarda, decidiamo di non spostare il camper, determinati a verificare i cartelli il giorno dopo, noi non abbiamo visto nessun divieto.
Andiamo a letto incazzati, discutendo su quello appena accaduto. Pensiamo quanto sia assurdo che qualcuno si sia preso la briga di tornare a casa, sedersi al tavolo della cucina e scrivere un messaggio, colorato con gli evidenziatori, scritto in portoghese e inglese, per assicurarsi che il messaggio arrivasse forte e chiaro, per poi riuscire di casa e venire ad attaccarcelo sul camper. Divieto o no, si tratta di uno sterrato sotto un ponte. Non diamo fastidio a nessuno. Quanto devi essere stronzo per fare una cosa del genere?
23.08.2024
Ci svegliamo presto, con il pensiero fisso del foglio sul parabrezza. Controlliamo subito che non ci siano multe e poi facciamo un giro e scopriamo il divieto di sosta per camper. Non lo avevamo visto perchè eravamo entrati da un'altra parte dove non era esposto. Eppure è un parcheggio segnalato su Park4night senza divieti. Il buon senso comunque dovrebbe prevalere. Noi siamo solo parcheggiati, mentre quelli accanto a noi hanno sedie e tavoli fuori nonostante non sia consentito. Come sempre, però, vengono a rompere le palle a noi. Per evitare problemi, spostiamo il camper lungo la strada, qualche metro più avanti, sulle strisce del parcheggio. Nel frattempo, gli occhiali di Chiara si rompono di nuovo, la colla ha ceduto. Non si possono aggiustare con la colla, ma sono da cambiare. Meglio farli durare fino al ritorno in Italia. Per toglierle ogni dubbio, andiamo in un centro ottico nel centro commerciale all’inizio del paese. Ci dicono che devono essere rifatti nuovi. Si mette l'anima in pace.
Facciamo un ultimo giro del paese, rivediamo i posti del centro e ci spostiamo a Olhão. Parcheggiamo nell'area camper di un supermercato con piazzola e tutti i servizi, anche lavatrici. Ci sentiamo sicuri, circondati da altri camper. Ceniamo, facciamo un giro con Axel al pistino skater dall’altra parte della strada. Chiara gioca con il cane, lo fa correre e saltare sugli ostacoli. Tornati, resto fino a tardi in videochiamata con i cugini, i miei nipoti. Tra una chiacchiera e l’altra, la sera vola.
Commenti
Posta un commento