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Visualizzazione dei post da settembre, 2024

11-12/09/2024 NEL CAOS DI LISBONA

11.09.2024 Il parcheggio ad Almada è un pezzo di terra battuta e sporca, incastrato tra il porto e i palazzoni popolari. Un cartello dice che i camper non sono ammessi. I pompieri gestiscono il posto e ci sono già un sacco di autocaravane parcheggiate lì. Non ci sono alternative, decidiamo di restare. Le recensioni sono buone, non ci sono furti e nessuno parla di multe. Chiediamo al vicino di camper che conferma. Compriamo tre biglietti per il traghetto , uno anche per Axel. Attraversiamo il fiume Tago . Lisbona ci accoglie con la tipica fauna da grande città. Camminiamo per le strade strette e ripide, con Axel che tira il guinzaglio e noi che cerchiamo di non perderci. È un labirinto di colori e di suoni, una città che racconta storie a ogni passo. L’ Arco di Rua Augusta è un ingresso trionfale che accoglie chiunque voglia esplorare il centro. Celebra la rinascita della città dopo il terremoto, un simbolo di resilienza e speranza . Le piazze sono come piccoli mondi a sé stanti,

07.09.2024-10.09.2024 DALL'ENTROTERRA ALLA COSTA

Attraversiamo l 'entroterra , lasciandoci alle spalle il litorale frastagliato. Davanti a noi, il nulla cosmico . Verde ovunque, pianure dorate che si estendono all’infinito, colline coperte di vigneti. Paesini bianchi, città di marmo e borghi medievali, minuscoli, con due vie e poche anime. Qualche pascolo qua e là. Ma soprattutto, distese di querce da sughero , che dominano il paesaggio. Querce longeve e robuste, capaci di vivere fino a 200 anni.  La raccolta del sughero è un lavoro antico. Ogni nove anni, si stacca il sughero. Questo va a finire nei tappi delle bottiglie di vino, nei pavimenti, negli isolanti e in qualche oggetto di design. L’ Alentejo è uno dei grandi produttori mondiali di sughero. La gente qui vive di questo. Questo è un luogo per chi cerca pace e solitudine, lontano dal mondo. Arriviamo in città. Parcheggiamo nell’area camper, gratuita, con doppi servizi. Un lusso! La zona è piena di francesi, spagnoli e qualche portoghese. Évora , una delle città medieva

5-6/09/2024 IL SOGNATORE CHE SFIDO' L'IGNOTO

05.09.2024 Oggi non c’è molto da dire. Siamo stati in spiaggia. Non è successo nulla di straordinario. Pianificato le prossime tappe e letto qualche curiosità su cose viste in giro. Eccone un paio: - nella lingua portoghese, la Chiesa cattolica ha deciso di ripulire i giorni della settimana nel Medioevo, eliminando quei vecchi nomi pagani. Così, lunedì è diventato “ Segunda-feira ”, il secondo giorno. Martedì? “ Terça-feira ”, il terzo giorno. E così via fino a venerdì, che è “ Sexta-feira ”, il sesto giorno. “ Feira ” viene dal latino “feria”, che significa giorno di riposo . Solo sabato e domenica hanno resistito al cambiamento: sabato viene dal latino “Sabbatum”, il giorno di riposo, e domenica da “Dominica dies”, il giorno del Signore. - Il Gallo di Barcelos , simbolo del Portogallo, lo trovi ovunque, in ogni bancarella e negozio di souvenir. La storia è semplice. Un pellegrino galiziano, accusato ingiustamente di furto, stava tornando a Santiago di Compostela. Condannato a morte a

3-4/09/2024 MADRE NATURA NON HA CREATO DIVIETI

03.09.2024 Ci fermiamo nel villaggio di Brejão , senza un piano, solo un parcheggio vicino alla costa. Vogliamo vedere la Praia da Amália . La spiaggia prende il nome da Amália Rodrigues , la regina del fado , che amava passare qui le sue vacanze. Negli anni '60, Amália comprò una proprietà sulle scogliere sopra la spiaggia. Sebbene la costruzione non fosse permessa in quella zona protetta, fu fatta un’eccezione per lei. Perché? Perché era Amália. Ha portato il fado dai vicoli sporchi di Lisbona ai grandi teatri del mondo. È una delle figure più importanti della musica portoghese del XX secolo. Nata nella miseria, ha preso il dolore e l’ha trasformato in arte. La sua voce, carica di saudade, racconta di amori perduti e sogni infranti.  Le mura delle case sono dipinte con il volto della cantante. Osserviamo silenziosi. Siamo soli. Il posto è tranquillo, non passa nessuno. Camminiamo per mezz’ora lungo la statale. Le macchine sfrecciano veloci, ma noi continuiamo. Non c’è altro modo

1-2\09\2024 L'ULTIMO RESPIRO D'EUROPA

1\09\2024 Il vento gelido sferza il viso, portando con sé l’odore salmastro dell’oceano. Parcheggiamo vicino al faro, Cabo de São Vicente , l’ultimo respiro dell’Europa, dove il mondo finisce. Nel parcheggio, venditori ambulanti offrono ponchi di lana e cibo caldo. Il faro è chiuso,non importa. La sua presenza è sufficiente a evocare storie di marinai e naufragi. L’ultimo pezzo di terra che quei dannati marinai vedevano prima di buttarsi nell’abisso dell’Atlantico. Poveri diavoli, guardavano l’orizzonte sapendo che oltre c’è solo l’incertezza , con quella maledetta nostalgia che ti prende allo stomaco. È facile immaginare le famiglie che salutano i loro cari, con gli occhi pieni di lacrime e il cuore pesante, mentre la nave si allontana e Cabo de São Vicente diventa solo un puntino all’orizzonte. Hai mai sentito quella stretta al cuore, quella voglia di tornare indietro ma sapendo di non potere? Ecco, quella è la “ saudade ”. In questo posto , c’è una storia che si racconta. Parla di S

30-31/08/2024 LA POTENZA DELL'OCEANO

30\08\2024 Portimão . Che dire. Siamo rimasti lì meno di un’ora, poi ce ne siamo andati. Parcheggio Lidl, pieno di senzatetto . Non davano fastidio, consumavano solo la colazione con birra e sigaretta per iniziare bene la giornata. La situazione generale era pessima. Il centro sembrava un campo di battaglia , un cantiere con strade scoperchiate e polvere ovunque. Degradato, abbandonato, fatiscente. Le poche attività erano kebabbari, cinesi e barbieri pakistani. Un quadro perfetto di un’umanità alla deriva , pieno di barboni in ogni angolo. Il colpo di grazia: un buco nel cemento tra case abbandonate, creato dalla demolizione di qualche edificio. Un telo e una gruppo di persone di etnia indefinita, ammassate lì dentro. Ci vedono e iniziano a fischiare e fare versi, come un branco di scimmie. E' stato troppo. Vaffanculo Portimão , ce ne andiamo. Un buco di posto, dove anche i topi si suicidano per la disperazione. Le pareti scrostate sembrano piangere muffa e i divani puzzano di vite

28-29/08/2024 L' IMPRONTA DEL TEMPO

28\08\2024 Albufeira , parcheggio della Lidl.  L’atmosfera è quella solita, un po’ squallida, un po’ familiare, la gente che ci trovi è sempre storta. Quattro posti per i camper, e noi, con un colpo di fortuna, abbiamo preso l’ultimo; un rifugio per chi cerca un posto sicuro. C’è chi sogna un parcheggio fronte mare, per aprire la portiera e vedere la natura incontaminata. Noi, ci accontentiamo della vista zingari e del marchio Lidl. Con i ricordi della nostra visita passata in testa, ci siamo trovati in un’altra realtà quando abbiamo visitato il centro. Gennaio, tutto chiuso. Solo noi due, persi in una città addormentata. Ora, un’invasione di locali turistici della peggiore specie. Cartelloni giganteschi, insegne colorate, promesse di cibo spazzatura e alcool. Locali notturni che imitano Las Vegas. Inglesi e americani ovunque. Bancarelle di cianfrusaglie, eserciti di persone che offrono massaggi, treccine, disegni sulle mani e braccia. Il posto, di per sé, non ha niente di speciale.

26-27/08/2024 FALESIE CHE EMOZIONANO

26.08.2024 Partiamo e ci fermiamo al benzinaio. Il diesel sta diventando sempre più caro , ma che ci vuoi fare? Gonfiamo le ruote. Direzione la Falesia, dove ci fermiamo in un campeggio. Chiediamo se possiamo riempire l’acqua, l’unico servizio disponibile per chilometri, ma non si può usufruire dei servizi senza sostare. Il prezzo è ragionevole, quindi restiamo e prima di andare via riempiremo tutte le taniche. Più autonomia, meno problemi. Ci accoglie un signore paciarotto francese, che gestisce la baracca con un altro socio. Ci chiede i documenti e poi ci accompagna, con la sua motoretta, nella nostra piazzola, nella parte più alta del campeggio.  Il posto è pieno, ma almeno è carino. Sistemato il camper, apriamo il tendalino e piazziamo sedie e tavolo all’esterno. Cinque mesi e solo la seconda volta che le usiamo. Le cose negative di parcheggiare sempre in mezzo alla strada. Che spreco.  Il sentiero per la spiaggia parte esattamente dal nostro camper, dieci minuti e siamo arrivati

24-25/08/2024 LE STRADE DEL PESCE

24.08.2024 Olhão è una città di architettura moresca , con case cubiche dai tetti piatti, colorate e ben tenute. L’influenza delle antiche rotte commerciali con l’Africa è evidente. Alcune facciate sono particolarmente belle, ma basta allontanarsi un po’ dal centro per vedere l’abbandono. Ci sono sculture di persone che hanno lasciato un segno nel paese, con le loro storie sui pannelli. La cittadina è anche piena di graffiti, fatti con cura e talento. È una città che vive e respira il mare , dove il tempo scorre lento. Axel tira il guinzaglio, ansioso di esplorare ogni angolo. Sul lungomare, il mercato del pesce è il cuore di Olhão. Ogni mattina, i pescatori tornano con il loro bottino, le reti piene di pesci argentati che brillano come monete sotto il sole. Le donne, con mani esperte, puliscono e preparano il pesce, mentre i gabbiani gridano sopra le loro teste, sperando in qualche avanzo. Ci sono due edifici di mattoni rossi , uno per il pesce e uno per i prodotti agricoli. Al c

22-23/08/2024 BEM-VINDO A PORTUGAL!

22.08.2024 Attraversiamo il confine con la Spagna , l’autostrada si snoda sotto il sole cocente. Registriamo il veicolo per il pedaggio automatico senza problemi. Eccoci nella regione dell’ Algarve , quella striscia di terra che si estende lungo la costa meridionale del Portogallo , un paradiso per chi cerca il sole e il mare. Questo posto ha visto di tutto: dai pirati ai mercanti, dai pescatori alle orde di turisti che ogni estate cercano di scappare dalla loro vita monotona. Le spiagge qui sono nascoste dietro dune di sabbia e scogliere a picco sul mare. Si vede il Parco Naturale di Ria Formosa , un labirinto di lagune e canali che si estende per chilometri. È un rifugio per la fauna selvatica, con spiagge raggiungibili solo in traghetto. A Tavira , parcheggiamo vicino a un ponte, uno sterrato immenso, quasi deserto. Usciamo e ci perdiamo tra le strade strette, esplorando chiese, mura storiche e case decorate con azulejos , un mix di architettura moresca e portoghese. Il fiume Gil

14/08/2024-21/08/2024 LA CONCLUSIONE: ARRIVEDERCI SPAGNA

T era una di quelle donne che sembravano avere tutto sotto controllo , almeno in superficie. Intelligente, con una parlantina che poteva incantare chiunque, furba come una volpe e con un ego grande quanto il cielo. Ma sotto quella facciata, c’era una vittima di se stessa . Un tempo, forse, era piena di passione per ciò che faceva, ma ora era schiava dell’alcool , che aveva preso possesso di tutto ciò che la rendeva una persona interessante. Quando era "sana", ci spiegava cose utili, da cui sicuramente prenderemo spunto e abbiamo appreso anche delle nozioni che non sapevamo.  Ma purtroppo ogni sera, come un orologio svizzero, alle 17 in punto, afferrava quella maledetta bottiglia di vino bianco scadente, il più economico che potesse trovare. Iniziava, poi, il suo infinito monologo di follia , lamentandosi di quanto fosse stanca, di quanto fosse difficile gestire tutto: la madre, la casa, il lavoro, i clienti, i volontari. Tutto troppo. E forse aveva ragione . Sarebbe st

06/08/2024-13/08/2024 LA FOTO DELL'AMICIZIA

La seconda settimana per me è come se non fosse mai esistita . Dieci giorni a letto, prigioniero della febbre del Nilo , presa durante una maledetta passeggiata vicino al fiume. La febbre alta e costante, i dolori muscolari che mi spezzavano il collo, il bruciore di gola e quei puntini rossi che mi coprivano il corpo come una maledizione . Due volte in ospedale , due volte a sentirmi dire che era una forma leggera, che se mi fossi paralizzato allora sì che dovevo preoccuparmi. Grazie al cazzo. Mi hanno “tranquillizzato” dicendo che c’era un’epidemia in corso. Così, i giorni passavano tra il dormire, sudare e provare dolore . Negli ultimi giorni riuscivo a passare il tempo leggendo qualcosa, con Chiara che mi faceva da badante, affrontando da sola quella settimana in quel covo di matti . Evitava di uscire il più possibile, terrorizzata dall’idea di prendere la febbre. Due boccette di spray-antizanzare finite e l’antizanzare elettrico acceso giorno e notte. Alla fine tutto è andato per

29/07/2024-05/08/2024 IL LAVORO NELLA TENUTA

Il lavoro nella tenuta era monotono . Si doveva iniziare alle 8, ma nessuno ci credeva davvero. Soprattutto lei, che non scendeva mai prima delle 9. Se ci andava bene, ci mandava un messaggio sul gruppo per dirci cosa fare e cosa raccogliere per la consegna del mercoledì a Siviglia. Altrimenti, si andava avanti per inerzia , aspettando i suoi ordini. Bisognava annaffiare il giardino intorno alla casa e le varie piante e alberi. Preparavamo le cassette e si scendeva all’orto con la macchina. La raccolta iniziava con i fiori di zucca , perchè erano aperti solo di prima mattina e bisognava raccogliere solo i fiori maschi. Dopo, si passava ai pomodori , grandi e cherry, di varie qualità. La maggior parte erano varietà importate dall’America, mai viste prima. Si tornava, procedendo con la pulizia dei fiori di zucca: con un pennello e una pinzetta, si toglievano gli insetti e la terra; poi si mettevano nei contenitori, già contati e pronti per la vendita e, infine, riposti in frigorifero.

28/07/2024 TERZA ESPERIENZA WWOOFING

Un’altra notte insonne da aggiungere alla collezione. Il caldo è infernale . Axel ansima con il suo alito pestilenziale. Chiara non ce la fa più e si rifugia sul divano. Mi chiede di tenere aperte le finestre, ma io non cedo. Di notte non si può, solo gli oblò restano aperti. Axel, abbaia, mi vuole avvisare di qualcosa. Pensiamo di essere soli, mi affaccio e vedo un ragazzo che porta a spasso il cane nell’area camper a un’ora assurda. Più tardi, arrivano dei tipi in macchina, si piazzano con il cofano aperto. Pensiamo che ci dormano dentro, ma poi, nel cuore della notte, se ne vanno all’improvviso. Tutto senza senso. Noi siamo un bagno di sudore . Dobbiamo stare attenti agli oblò perché ogni mezz’ora minaccia di piovere e alla fine cadono due gocce di fango. La notte passa. Ma perché siamo qui? Questa sera siamo diretti alla nostra terza esperienza WWOOFING . Questa volta proviamo qualcosa di diverso: una tenuta agricola che vende i suoi prodotti a ristoranti e mercati locali. La tenu

26-27/07/2024 UN' ALTRA NOTTE INSONNE

26.07.2024 Il parcheggio è pagato fino alle 13. L’ultimo giro fino al faro ci inganna sulla distanza. Passeggiamo senza fretta, il tempo vola. Da quando siamo partiti, le giornate sembrano durare 5 minuti. Guardiamo l’orologio, è tardi. Corriamo indietro, arriviamo al parcheggio alle 13.01. Il custode ci aspetta , ci fissa. Iniziamo a sbaraccare, facendogli capire che stiamo andando. Poi vediamo lo scarico e decidiamo di restare altri venti minuti a fare le nostre cose sporche. Si rivela un disagio totale , scomodo da morire. Blocchiamo l’ingresso, lanciando i nostri secchi pieni di merda in un pozzetto di cemento rialzato. Un altro camper vicino chiude la porta disgustato. Salutiamo il ragazzone, adios , e ce ne andiamo. Ci dirigiamo verso Cadice , affrontando quasi due ore di guida. Raggiungiamo una zona lontanissima dal centro, dove speriamo di parcheggiare il nostro mezzo. Scopriamo che i parcheggi della stazione sono pieni di camper e auto, tutti occupati. Nei pochi spazi liberi

25/07/2024 L' EX PARADISO DEGLI HIPPIE

La giornata inizia con un pugno nello stomaco . Il parcheggio è occupato da camper, quattro in tutto, compreso il nostro. Ci svegliamo presto, con l’idea di trovare un buco dove lasciare il camper e andare a vedere le famose Dune di Bolonia . Solo 15 minuti di strada, un gioco da ragazzi, pensiamo. Ma i piani sono fatti per essere distrutti. Prima di tutto, dobbiamo svuotare e riempire il camper. Un’operazione che dovrebbe richiedere 10 minuti, massimo 15 se l’acqua decide di fare la preziosa. Ma c’è sempre qualcosa o qualcuno che deve complicare le cose. Alle 8 del mattino, il posto era già occupato. Ci rassegniamo e facciamo colazione, osservando gli altri due camper che si mettono in coda. Siamo gli ultimi. I primi ci mettono poco, si piazza l’altro camper. Quattro ragazze che insieme non ne fanno una. Un’ora intera, letteralmente . E sono le 9. Nel frattempo, noi ribaltiamo il camper, pulendolo da cima a fondo. Tocca agli ultimi e poi a noi. Mi sposto vicino per prendere il posto